Regia di Jirí Trnka vedi scheda film
Agghiacciante ritratto allegorico della violenta invadenza del potere, soprattutto mediatico, nella vita individuale. La longa manus del regime autoritario non concede scampo a chi, conducendo un'esistenza autonoma, semplice e creativa, non si allinea con le idee del tempo; e la spontaneità (simboleggiata dalla pianticella) rende la persona fragile ed attaccabile (come il vaso di coccio). Ogni tentativo di autodifesa si tramuta in autodistruzione, mentre la sottomissione assicura solo un'umiliante gloria strumentale e di facciata. Il dito della mano punta verso l'alto, perché è quella la direzione in cui guardare: verso la cima della gerarchia, verso chi gestisce i fili delle marionette, ma anche verso il cielo aperto di una casa scoperchiata, che nega all'intimità la dovuta copertura. Il solenne funerale dell'artista, pubblicamente asservito ma segretamente ribelle, è l'emblema di tutte le società illiberali, ridotte (come l'ambiente di questo film d'animazione) ad un teatro, sotto un'unica regia, che ci impone di rinunciare al nostro essere perché ciò che conta, nel grande spettacolo del mondo, è solo il ruolo che rappresentiamo.
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