La recensione su Come stanno bene insieme

di mm40

3 stelle

Vent'anni di una coppia, quella composta da Ugo (aspirante giornalista) e Luisa (futura insegnante): dal corteggiamento – poco più che ventenni entrambi – al matrimonio, fino alla stabilità della convivenza e alle relative noie, solo parzialmente mitigate dall'arrivo di tre figli. A cavallo tra i quaranta e i cinquanta, Ugo e Luisa ancora si chiedono se, davvero, stanno bene insieme.

L'idea è solida e ambiziosa: raccontare in una fiction di tre puntate da un'ora e mezza circa ciascuna le vicende di una coppia che si snodano attraverso tre date cruciali: il 1960, quando Ugo e Luisa si conoscono, il 1970, quando il loro matrimonio comincia a perdere colpi, e il 1980 con la crisi definitiva del rapporto... forse. Perché i due, lo dicono tutti quando li vedono in giro, “stanno bene insieme”: e quindi pure a fronte di reciproche infedeltà (concrete e prolungate quelle dell'uomo, ma ovviamente soltanto simulate quelle della donna) il sacro vincolo matrimoniale non può certo essere sciolto. C'è un retrogusto cattolico esasperato nella trama di fondo di questo lavoro, destinato d'altronde all'intrattenimento domestico targato Rai del 1989; Vittorio Sindoni fa valere il suo mestiere e gli interpreti rispettano le buone aspettative legate ai loro nomi (Sergio Castellitto e Stefania Sandrelli sono i due protagonisti), ma in definitiva la durata smodata e lo stile piatto della narrazione conciliano più il sonno che la riflessione – o paragoni quanto mai azzardati con Scene da un matrimonio (Ingmar Bergman, 1973): nulla di più distante da qui. La sceneggiatura delle tre puntate della serie è dinamica, nel senso che i nomi sul copione cambiano di volta in volta; oltre a quello di Sindoni compaiono quelli di Nicola Badalucco, Flavia Borelli, Augusto Caminito, Daniela Bortignoni, Peter Exacoustos, Maria Carmela Cincinnati, Raoul Giordano e di Edi Liccioli. Nel cast, infine, anche Carlo Monni, Luigi Diberti e Remo Remotti; Jimmy il fenomeno compare in uno dei suo camei, nei panni di un ballerino debitamente esagitato. 3/10.

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