Regia di Dominic Sena vedi scheda film
Accumulate ben due buone interpretazioni in due anni (Il cattivo tenente. Ultima chiamata New Orleans e Kick-Ass), Nicolas Cage si sta affannando per ristabilire un equilibrio e tornare all’impassibilità attoriale che ha fatto la sua fortuna. L’ultimo dei templari rientra nel progetto, ma sfortunatamente per gli spettatori non si tratta del solito film “alla Cage”, ad alto tasso di tamarraggine. Dominic Sena è regista muscolare per eccellenza, manipolatore di corpi/icone, interessato a puntare la macchina da presa solo sull’azione e sul carisma trasudante dai suoi “attori” (Kalifornia, Fuori in 60 secondi con lo stesso Cage, Codice Swordfish). Qui si ritrova ad affrontare un copione scritto con la mano sinistra e non sa letteralmente cosa farne: il personaggio di Cage, il crociato Behemen di Bleiruck (occhio, i templari non c’entrano nulla, il titolo ammicca in modo incoerente alla serie blockbuster di Il mistero dei templari), non è abbastanza smargiasso per gli standard dell’attore (si limita a fare la morale alla Chiesa che in nome di Dio gli ha fatto sgozzare troppi infedeli) e, soprattutto, non ha la minima autoironia. Buttati al vento i tentativi di costruire una complicità da caserma con Ron Perlman, Cage si adagia nella monoespressività e Sena nel piattume, confezionando un fantasy serioso, noiosissimo e totalmente privo di idee, condito da una pessima CGI: deludente anche per gli irriducibili del genere.
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