Regia di Dominic Sena vedi scheda film
Il titolo italiano è come al solito furbo e scaltro, pur non mentendo del tutto, è estremamente affabulatorio ed assolutamente meno calzante dei quello originale, anche se a voler ben vedere per l’evoluzione della trama neppure l’originale è pertinente al 100%.
Siamo nell’età delle crociate, due combattenti (Nicolas Cage e Ron Perlman), stanchi e delusi dalla realtà delle loro missioni, disertano per fare ritorno nella terra natia.
Vengono subito sgamati (manco la guardia di finanza oggi potrebbe essere più solerte), ma vien data loro una possibilità di redenzione, ovvero scortare una strega nel luogo dove deve essere processata.
Il viaggio sarà tumultuoso, ma soprattutto le cose non sono esattamente quello che sembrano.
Premessa doverosa, se ci si mette a cercare i difetti del film non si finisce più, è veramente un pozzo di misunderstanding.
A partire dal preambolo, che non c’entra proprio nulla, o quasi, col resto del film, passando ad un contesto troppo seriosamente ampolloso per la scarsità di sostanza che la trama (non) possiede, non ci vuole molto per bocciare questa operazione che nella sua semplicità, perché poi di certo non aspira a nulla di più, fa spesso e volentieri acqua da tutte le parti.
Va detto però anche che come film di pura avventura non è poi così malvagio, infatti possiede le sue dinamiche (soprattutto la parte conclusiva ed il passaggio sul ponte), prova anche a fornire qualche spiegazione (senza esagerare s’intende) e prosegue con un ritmo che tutto sommato risulta essere adeguatamente sospinto.
Certo è che quando si prova appena ad aggiungerci qualcosa di “credibile”, e più elaborato, frana subito tutto, un po’ di umorismo in più, soprattutto tra i due protagonisti interpretati da Nicolas Cage e Ron Perlman non sarebbe affatto guastato (e purtroppo c’è pure la sensazione che ci abbiano provato senza riuscirci molto bene), mentre l’uso del CGI a volte è inopportuno e deleterio.
Ma nella sua semplicità, e pure un po’ di innocente idiozia, rimane un film d’avventura nera con un minimo di senso pratico, stiracchiato su appena ottanta minuti, ma almeno senza tempi totalmente morti.
Poca carne al fuoco, ma almeno cotta senza tanti altarini.
Passabile solo a fuoco lento.
Parecchio lontano dai (suoi) tempi migliori, ma almeno sa imprimere il ritmo necessario per far sembrare il tutto meno deleterio.
Interpretazione, come spesso gli accade, discutibile, ma anche leggermente meglio di molte sue altre recenti (tipo ultimi dieci anni abbondanti).
Sufficiente.
Assolutamente dignitosa (non le viene chiesto poi troppo impegno), presenza intrigante.
Poteva essere sfruttato meglio, ma non fa comunque mancare il suo contributo.
Più che sufficiente.
Sempre abile nelle caratterizzazioni fa il possibile.
Più che sufficiente.
L'attore danese in trasferta americana non ha scelto di certo il soggetto migliore per farsi apprezzare oltre oceano.
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