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Mary and Max

Regia di Adam Elliot vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mary and Max

di ohdaesoo
9 stelle

presenti spoiler nel finale

 

Mary ha una voglia sulla fronte di color marrone, come la cacca.Del resto tutto nella sua vita è marrone.
E marrone, forse perchè non ne conosce altri, è anche il suo colore preferito.
Sta in Australia, ha 8 anni e se nel mondo c'è una bambina felice, beh, sicuramente non è lei.



Max di anni ne ha 44, è obeso e il suo di mondo è tutto grigio invece, ma tutto tutto eh.
Non credo sia il suo colore preferito, non credo nemmeno ne abbia uno a dir la verità.
Grigio è l'unico colore adatto alla sua esistenza del resto.
Sta a New York, una New York che ha ancora due altissime torri gemelle.
New York già, quella di quel film.
E la sua voce non poteva non essere quella di Philip.
Del resto, quanto ricorda Caden...

Mary ha una famiglia strana.
Il babbo è un'ameba che per lavoro attacca gli spaghi dei filtri del thè.
Dell'Earl Grey, quello che bevo io, guarda un pò.
E di un Earl Grey, di un Conte insomma, sogna di innamorarsi un giorno sua figlia Mary.
A casa, il padre, sta sempre sul suo capanno ad impagliare uccelli, un uomo morto che ha come hobby le cose morte.
La mamma invece ha 3 passioni, fumare, il cricket e bere lo sherry.
In realtà potremmo dire che ha 3 passioni, il bere, il bere ed il bere, tutto il resto è contorno.
Sua figlia, a sentir lei, è stata un incidente. E con lei ha lo stesso rapporto che con un incidente si può avere, quello di un saltuario fastidio con cui ogni tanto tocca avere a che fare.
Ci sarebbe un nonno per avere un pò di affetto.
Un nonno che le dice che i bambini vengono fuori dai calici di birra del padre.
Sì, ma il nonno muore subito, la prima di una serie di lapidi che Mary collezionerà in pochi anni.



Max, invece, praticamente la famiglia manco ce l'ha mai avuta.
Forse meglio non averla avuta che trovarsene una disastrata ed assente come Mary.
Abbandonato dal padre, madre morta subito.
Un piccolo ebreo perso per il mondo.

A Mary piace da morire un cartone in tv, i  Noblets.
Poi le piace il latte condensato, il cioccolato, creare piccoli pupazzetti e credere in un futuro migliore.
Come animale di compagnia ha un gallo caduto da un camion.
A Max piacciono le stesse cose come, ad esempio, lo stesso cartone (che però deve vedere con due televisori, uno per l'audio e uno per le immagini) ed il cioccolato.
Ma ha 44 anni, i sogni di Mary a lui non appartengono più.
Inventa cibi disgustosi, l'hot dog con la barra di cioccolato in mezzo, il pollo con la Coca Cola ed altre schifezze simili.
Ci credo che è obeso.
Va anche ad un gruppo anonimo per ciccioni.
Ma non gli serve a niente, anzi.
L'unica sua speranza è che una notte arrivi una Fatina del Grasso ad asportarglielo via quel grasso.
Lui invece come animale di compagnia ha i pesciolini rossi. Al plurale, perchè gli muoiono di continuo.
Il fatto è che Max ha dei problemi, ma li vedremo poi.



Un giorno Mary punta il ditino in un elenco telefonico americano. Solo per trovare qualcuno a cui chiedere là, in quel mondo lontano, da dove arrivano i bambini. Dalla birra come da noi?
Il dito del destino tocca il nome di Max.
Parte la prima lettera di questo tenerissimo, malinconico, divertente e struggente cartone animato in stop motion.
Max le risponde e le dice che no. negli Usa se sei ebreo i bambini escono dal sedere di un rabbino, se sei cattolico da quello di una suora e se sei ateo da quello di una puttana.
Lui è nato ebreo e diventato ateo, le specifica.
Mary ha mollette al posto dei bottoni, Mary non riesce a sorridere mai, tanto che, il sorriso, è costretto a disegnarglielo sulla faccia la madre col rossetto. Una grottesca maschera che regala solo più dolore.
Nemmeno Max riesce a sorridere ma lui il sorriso non sa nemmeno cosa sia.
Lui ha l'Asperger, come il mio amato Ben. E non riesce a focalizzare le emozioni nei visi altrui. E non riesce a riproporle nel proprio di conseguenza. Ha un piccolo taccuino dove disegna le facce e i loro significati. Ha attacchi di panico continui, specie per le cose belle, che non conosce. La sindrome gli ha regalato però una capacità di vedere il mondo in maniera logica, matematica, a tratti geniale.
Ma all'amore non sa dare una formula. E per questo ne scappa, sempre.
Sa inventare anche nuove parole. molto più belle di petaloso, ma non gli vengono riconosciute. Ha un senso dell'ordine e del rispetto incredibile, raccoglie cicche, ne fa una missione.
Crede, come credette qualcun altro, che di infinito c'è solo l'Universo e la stupidità umana.
Ma, alla fine, per la società lo stupido è lui. E ne pagherà le conseguenze.



Se è vero che Mary non sa ridere sa però, e benissimo, piangere.
E le lacrime bagnano anche le sue lettere.
Come, del resto, altre bagnano questa tastiera.
Un giorno manderà le sue lacrime a Max come regalo perchè lui, invece, per quanto si sforzi, non riesce proprio a farle uscire quelle lacrime.
Poi le cose andranno sempre più veloci.
Mary resterà sola ma troverà l'amore.
Vivrà un periodo felice, il matrimonio al ritmo del sirtaki, l'autostima, una laurea con lode.
La tesi è sulla sindrome di Asperger, in onore del suo amico lontano, lontanissimo.
Max lo vedrà come un tradimento, la rabbia sopravviene, la "m" sarà divelta dalla macchina da scrivere, quella macchina da scrivere che un giorno usò come la usò Jerry Lewis.
E Mary non perderà solo lui, ma anche il marito.
Lo spettro della madre alcoolizzata si fa sempre più vicino.
Una sedia, una corda.
I Pink Martini cantano Que serà, serà in quella scena.
Una canzone che racconta le aspirazioni di una bambina, di un'adolescente e di una donna innamorata.
Ma le aspirazioni si devono scontrare con la realtà e puoi anche immaginare un giorno di diventare bella, ricca, pittrice, cantante.
O vedere arcobaleni con chi ami.
Ma il futuro ai nostri occhi è nascosto e, insomma, que serà serà.



Il destino ancora una volta sarà dolce però.
Si scende dalla sedia e si trova una lettera indirizzata a -ary, che quella "m" non c'è più.
Ed è una lettera di perdono vera come la vita. Non ci sono scusanti, non ci sono attenuanti, semplicemente si chiede perdono perchè nessuno è perfetto.
E l'errore Mary lo hai commesso, ma ho ancora bisogno di te.
New York.
Una donna e un bambino sulle spalle.
"Ehi, Max!
Max?"
A volte ci sono morti buone.
E per una persona che solo ricevendo una lettera di affetto aveva tremendi attacchi di panico forse pensare di affrontare quell'incontro sarebbe stata una cosa troppo forte.
Meglio morire felice che non reggere un'emozione così.
Sul petto il taccuino delle facce, a ricordarsi come si fa un sorriso in un momento così importante.
Nel resto della casa c'è solo lei, la sua foto, le sue lettere.
Nient'altro.
Max amava la matematica.
E in matematica due segni negativi ne formano uno positivo.
Forse questa strana e all'apparenza illogica cosa possiamo rintracciarla anche nella vita.
Perchè due losers quando si incontrano possono portare ad una magnifica, unica, esclusiva e fragorosa epic win.
Cos'altro è, del resto, quella mano che stringe l'altra?

P.P.P.S: Ti ho mandato delle formiche di cioccolato. Fammi sapere se sono buone

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