Regia di Luca Miniero vedi scheda film
C’è un brianzolo, aspirante cumenda, che mira a un posto al sole a Milano, anche per far contenta la moglie, casalinga irrequieta e guardia padana. L’impiegato fa di tutto, si finge anche invalido in carrozzella per salire in graduatoria, ma lo beccano subito e per punizione viene spedito in un paesino in provincia di Salerno, sospeso tra la montagna e il mare. E sospeso nel tempo, dove non c’è criminalità, né monnezza per le strade, come dicono le cronache, ma dove si danno tutti delle gran pacche sulle spalle, bevono litri di caffè e non vedono l’ora di spiegare che in Italia si sta bene, come cantava Paolo Rossi. A questo punto viene da chiedersi se davvero serviva prendere in prestito dai francesi Giù al Nord, super campione d’incassi in patria, per allestire un commedia così ovvia, innocua e leggera, priva di mordente e ambizioni: che ancora una volta restano solo nelle intenzioni e finiscono in barzelletta. Sia Bisio che Siani provano finalmente a misurare le rispettive maschere, in parte riuscendoci. Ma fa ridere constatare che per mettere all’indice i pregiudizi si punti proprio sui luoghi comuni. Così, l’unica cosa genuina che resta è la mozzarella. Chi ha visto il trailer, comunque, ha già visto tutto.
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