Regia di Luca Miniero vedi scheda film
Come noto, questo film è la versione italiana (a volte identica), di un film francese, che non ho visto, cioè Giù al Nord. Ed è un film carino, simpatico, se vogliamo anche necessario, a cui darò 7. Si narrano le vicende di un tipo del profondo Nord (Bisio), colmo di pregiudizi tanto quanto la moglie (una valida Finocchiaro), che però cambierà idea piuttosto rapidamente. Finito in un paesino della Campania a dirigere un ufficio postale, finirà per togliersi l’inutile giubbotto antiproiettile e apprezzare diversi modi di vivere. Il film ha qualche spunto a volte quasi geniale, su tutte sicuramente la pantomima che organizza il paese per l’arrivo della moglie, ma pure i dialetti stretti e incomprensibili, a volte agli stessi indigeni. La commedia rimane leggera, perché non vuole rappresentare il Sud come lo vedono i leghisti, ma neanche come è nella vera realtà, dato che il paesino sembra poi un paese delle favole. Ma meglio così, non ci sono intenti di denuncia sociale, ma solo prendere un po’ in giro varie convinzioni, divertendo senza volgarità. Eccessivo il livore con cui la critica l’ha bocciato, anche considerando lo stato penoso della commedia italiana, su cui questo film addirittura spicca. Una volta tanto ha avuto ragione il pubblico, che ha fatto la fila per vederlo, decretandolo uno dei più grandi successi italiani di sempre (dovrebbe essere quinto).
Bravo
Brava! Che tettona!
Brava
Forte, bravo
Il più talentuoso, qua si adatta.
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