Regia di Luca Miniero vedi scheda film
Un milanese pieno di stereotipi assaggia l’ospitalità e constata la bellezza del Sud Italia, appurando sulla propria pelle la frase “Chi va al Sud piange due volte: quando arriva e quando riparte”.
Film di valore mediocre rispetto alla vagonata di fondi che ha ricevuto (Ministero, Regione e product placement vari); per di più non c’è originalità in quanto il film è ripreso, dichiaratamente tra l’altro, in maniera quasi pedissequa dal film francese di Dany Boon “Giù al Nord”, campione d’incassi del cinema d’oltralpe. Quando si guarda “Benvenuti al Sud” non si può non pensare ad un’operazione commerciale pura, senza fantasia, né orginalità. Molte scene del film riprendono addirittura le stesse inquadrature dell’epigono francese. E ci si chiede perché? Perché non variare quantomeno sul piano estetico (dato che come storia e addirittura come dialoghi talvolta siamo alla copia carbone)?
Personalmente, non si capisce che senso abbia, per uno spettatore tipo, rivedere in italiano un film già visto, seppur con ambientazioni differenti, qualche mese prima, con altri attori e altro titolo. Ma fondamentalmente uguale!
Unici motivi di differenza, giocoforza, le ambientazioni per l’appunto (stupende, ma per il Cilento non è una novità) e la recitazione degli attori, che nel complesso è buona. Se il film non toglie e non mette rispetto a quanto si è già visto altrove (ed è troppo recente per essere un remake e troppo smaccato per essere un coacervo di citazioni) sinceramente non se ne capisce il senso. Tutto sommato si ride. E pure tanto. Anche se a volte il parossismo estremo sfiora lo status di inconsapevole macchietta.
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