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Benvenuti al Sud

Regia di Luca Miniero vedi scheda film

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maurri 63

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La recensione su Benvenuti al Sud

di maurri 63
2 stelle

Ho deciso di vedere "Benvenuti al Sud" nel cineforum sotto casa, qualche tempo dopo il suo grande successo: come ho avuto modo di ribadire nelle settimane addietro, la finta-commedia-di-costume si analizza meglio con la distanza dalla sua presentazione. Orbene, mi pongo la semplice domanda: ma cosa hanno visto gli spettatori medi?
La spocchia con cui un regista fatiscente (Incantesimo napoletano docet!) decide di immortalare pretenziosamente una penisola ricca di luoghi comuni senza avere la mano ed il brio necessari a compensare la mancanza di estro figurativo è esecrabile, ma allo stesso tempo sono censurabili tutti i comprimari di questa deludente operazione cosmetica, per la quale io, Cittadino Italiano, mi sento vergognosamente truffato.
Struttura
In senso lato, il film è un ricalco dell'originale francese "Giù al Nord", quindi si compone di un tempo d'introduzione (presentazione dei protagonisti), uno di sviluppo (storia nel borgo meridionale), denouement (riavvicinamento dei "nordisti" e dei sudisti"), ma non c'è il finale ed il contro finale: in tal senso, l'opera apre ad un secondo capitolo. Che, ovvio, rappresenterebbe una furbata commerciale della peggior specie.
Stile
Completamente assente la ricerca dell'inquadratura. Il film è sorretto dalla banalità visiva più evidente. Non c'è mai una scelta che giustifichi il perchè della scena. Eppure, avendo una base su cui lavorare, leggasi l'originale, bastava poco per migliorare...
Direzione degli attori
La scelta di Bisio non è vincente: il prodotto si omologa alla piattezza televisiva, le battute sono spuntate e consunte; la Finocchiaro non può (per età e provenienza) esserne la moglie (figurarsi madre di un bambino di otto anni...), Nunzia Schiano non ha l'età della madre di Siani, sottoutilizzato (o forse può dare solo questo?), Valentina Lodovini (comunque bellissima) non c'entra nulla con il sud (toscana della maremma...) e si sente nell'improvvisata pronuncia, quali sono (ma ci sono?) le battute comiche di Giacomo Rizzo oppure quel personaggio è una "tinca"?
Sceneggiatura
Gli snodi sono imprecisi: il soggetto presenta un personaggio (Claudio Bisio) direttore di un ufficio postale della Brianza (?) che cerca un improbabile trasferimento a Milano ma non ci dice quando (e come) ha presentato domanda di trasferimento; poi, e poco dopo (!), scopriamo che lo stesso personaggio ha addirittura presentato DUE domande di trasferimento. Incomprensibile. I personaggi (e questo è sostanziale in una sceneggiatura) sono bidimensionali (solo Bisio prova emozioni e, in parte, Siani!), nessuno ha un hobby generico, e la posta (l'azione si svolge all'interno di un ufficio postale: tutti sanno che questi sono divisi in "principali" ed "agenzie": come fa il piccolo borgo di Castellabate ad avere un'agenzia? Bah...) viene recapitata - così pare - con una certa sufficienza. Gli scorci sono (tranne nella sequenza d'arrivo del direttore trasferito) tutti solari: ma la realtà è ben diversa...
Montaggio
Non c'è, di fatto, montaggio: le sequenze, in massima parte girate in ordine cronologico, sono attaccate l'una all'altra come se prescindessero dall'intelligenza dello spettatore.
Risate
Ma quali? Tranne un paio di battute (peraltro comprensibili dai meridionali e quindi non divertenti), non ci sono momenti di ilarità improvvisa: quando sboccia il SOrriso, è solo grazie alle battute finali in cui una messinscena (!!!) degli stereotipi - da parte degli impiegati dell'ufficio postale - appare frenetica e quindi più coraggiosamente simpatica.
Product Placement
Il film ha ottenuto il "riconoscimento d'interesse culturale" dal Dipartimento dello Spettacolo : ma non era, in fondo, un remake? E questo riconoscimento non si applica all'opera "originale" ? In una commedia che presenta "vagonate" di pubblicità - il gorgonzola, i liquori, gli scooter, lo stesso ufficio postale...- come si ottiene il tax shelter? E se lo si ottiene, è conciliabile con la pubblicità indiretta?...
E poi, ma siamo già nell'assurdo (!), quel concerto sulla spiaggia con Valentina Stella , star partenopea doc gettata lì per caso....!
Però, a ben pensarci, potrei ascrivere questa pellicola (ma guarda quanto psreco di 35 mm: bastava un semplice digitale, ma già: anche così si giustificano i fondi, no?) nella categoria dei film (usa e) getta, getta, getta.
Chiudo qui, pregando Sant Orson che torni ad illuminare il popolo di cinematografari , critici, addetti ai lavori, pubblico, svampiti ed assenti....

Sulla trama

Il brianzolo Alberto viene trasferito nel sud d'italia, nel paesino di Castellabate (in provincia di Salerno, peraltro mai nominata...), in qualità di direttore del locale ufficio postale. Condizionato dai suoi pregiudizi sui meridionali, saprà restare affascinato dai luoghi e dagli abitanti, coinvolgendo la famiglia nelle sue nuove abitudini di vita.

Su Luca Miniero

Ritiro immediato (se mai l'ha avuto) del tesserino di autore!

Su Claudio Bisio

Una marchetta è e resta tale, anche se il cognome altisonante farebbe pensare ad altro. E, tra l'altro, si vede benissimo che non crede a ciò che dice (osservare la scena del ristorante per capacitarsene...)

Su Valentina Lodovini

Bellissima. Ma non c'era una ragazza napoletana adeguata? Si sente benissimo che le battute sono finte!

Su Angela Finocchiaro

La ricordavamo divertente, musa sfiziosa di un vecchio artista quale Nichetti: la ritroviamo cadente, noiosa, messa lì per caso. E quale battuta aggiunge sale a questo inutile personaggio?

Su Alessandro Siani

Tutto qui? Ah, ma allora, avevano fatto bene a chiudere "Libero" quando lo presentava lui...

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