Regia di Roy Ward Baker vedi scheda film
MONSTERS BY HAMMER
Torna Dracula, resuscitato grazie al sangue che un pipistrello gli fa sgorgare sulla tomba.
La prima vittima risulta essere la giovane figlia del locandiere del posto, la cui morte suscita indignazione e spinge i paesani a rivoltarsi in sommossa, fino a dare alle fiamme il castello del conte.
Peccato che questi, per vendicarsi dell'oltraggio, uccida tutte le donne del villaggio rifugiatesi in chiesa.
Dopo qualche tempo, un giovane rubacuori di nome Paul si trova a sfuggire alle autorità dopo aver sedotto ed abbandonato la figlia del borgomastro.
Nella fuga, il giovane finisce per inoltrarsi nel bosco, spingersi fino sulla carrozza del conte, che lo condurrà sino a trovare apparente rifugio nel castello del conte Dracula, ove viene accolto affabilmente dal padrone di casa, e poi imprigionato nella stanza senza altro accesso se non la finestra affacciata sull'abisso sottostante la fortezza, e luogo ove risiede il loculo che assicura riposo e protezione dalla luce per il vampiro.
Preoccupati della sparizione, il fratello Albert e la fidanzata di lui, la bellissima Sara, si mettono sulle tracce dello scomparso, finendo pure loro per soccombere, almeno inizialmente, alla sete di sangue che muove lo spietato mostro-vampiro.
Per la regia di uno dei cineasti feticcio della Hammer Production, l'affidabile inglese doc Roy Ward Baker, Il marchio di Dracula è il quinto che la celebre casa di produzione votata all'horror in costume dedica al celebre vampiro.
La messa in scena appare sicura di sé e pertinente al progetto, che si presenta particolarmente cruento e forte di alcune scene di nudo piuttosto audaci per l'epoca.
Forte di scenografie suggestive consone alla situazione, il film riesce ancora a tener desta l'attenzione dello spettatore, non fosse che per i momenti in cui entra in scena il perfido pipistrello, che gli effetti ormai datati dei primi anni '70 trasformano in un burattino goffo e piuttosto rasente al ridicolo.
Perfetto Christopher Lee, unica vera celebrità di un cast tutto sommato piuttosto funzionale, sempre più malvagio suo malgrado, belva dotata di charme e classe che agisce in quanto vittima incontrollata essa stessa dei propri assetati desideri di possesso e soddisfazione.
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