Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
C'è chi lo prende come l'ultimo bel film di Alberto Sordi e chi lo considera una commedia in costume volgare e banale. Personalmente, questo film lo trovo spassoso, con un Sordi che non solo è il marchese Onofrio del Grillo ma anche il carbonaio suo sosia. Fra burle, simpatici servitori (mitico Ricciotto, oggi fa gli spot per una nota marca di telefoni con Bruce Willis), attrici francesi e papi, uno spaccato della Roma del tempo che fu, con un ottimo cast di supporto. Buone le prove di Paolo Stoppa nel ruolo del papa e di Flavio Bucci, un prete spretato. Non mancano le belle figliole che mostrano le loro grazie (seni e cosce), ricordandoci che siamo ancora nel periodo delle commedie sexy all'italiana, anche se il genere sta per morire definitivamente, perché il film è uscito a Natale del 1981. Forse è vero che il miglior Alberto Sordi anziano è quello diretto da altri registi, perché Mario Monicelli si diverte come un bambino, preparando la strada ad un altro film sulle burle che sarebbe uscito l'anno dopo, "AMICI MIEI ATTO SECONDO", seguito di quel "AMICI MIEI" che nel 1975 fece ridere tutti. Bellissimi i costumi d'epoca, indovinate alcune battute che sono diventate di culto (vedi "Scusate, ma io sono io e voi non siete un cazzo"). Ultima apparizione in un film decente di Riccardo Billi (il nonno di Alvaro Vitali nei due Pierini è da dimenticare davvero), un tempo spalla di Mario Riva, qui nel ruolo di falegname ebreo tirlupinato dal marchese. Cochi Ponzoni fa apparizioni mordi e fuggi, assieme a Marina Confalone, il cui personaggio ha lo stesso "difetto" che aveva in "FEBBRE DA CAVALLO" (l'alito pestilenziale). In parte l'attrice che impersona l'odiosa madre bigotta del marchese, quasi inutile il prete di Leopoldo Trieste, bellina, ma dal collo troppo lungo, "Genuflessa". Gaspertino il carbonaio fa così tenerezza, che quasi spiace sia oggetto degli scherzi del marchese suo sosia.
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