Regia di Alessandro D'Alatri vedi scheda film
Di Alessandro D’Alatri abbiamo sempre apprezzato l’intelligente e acuta leggerezza, il saper essere nobilmente commerciale, senza mai essere un autore “venduto“, capace di guizzi interessanti anche quando non del tutto convincenti. Ma la sua ultima opera “confinata“ a Ventotene, troupe agile e attori sconosciuti, delude senza attenuanti. Dario Castiglio (figlio d’arte in incognito, papà è Peppino Di Capri) e Martina Codecasa, bellezza elegante e stordente, sono protagonisti di una storia d’amore vacanziera tra Che ne sarà di noi (per le splendide location) e Tre metri sopra il cielo (per le dinamiche proletario-borghesi). Il regista ci aggiunge, posticcio, il precariato del protagonista, barcarolo d’estate e operaio in nero e senza sicurezze (di alcun tipo) d’inverno, solo un pezzo della profondità del romanzo di Anna Pavignano (già sceneggiatrice di Troisi), In bilico sul mare. Lui è bello quanto acerbo nella recitazione, lei se la cava un po’ meglio, ma regia e sceneggiatura scadono in una banalità sentimental-giovanilistica sconcertante. Restano la bellezza dell’isola, le riprese “turistiche“ e La verité di Caroline Cohen in colonna sonora, meravigliosa. Troppo poco per non naufragare nella crisi del settimo film.
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