Regia di Scott Teems vedi scheda film
«A Linden si stava bene: il cibo è decente e nessuno ti tratta male. Ma ho avuto la sensazione che se fossi morto nel sonno mi avrebbero semplicemente portato via e fatto entrare qualcun altro, e a nessuno sarebbe importato un cazzo».
Ad Abner Meeecham, ottant'anni suonati e tanta voglia di sentirsi ancora utile a sé stesso, la casa di riposo va stretta: decisamente troppo limitante per chi come lui ha dedicato una vita intera a costruirsi un tramonto il più possibile autonomo e sereno. Quindi una mattina si sveglia e decide che è giunta l'ora di togliere il disturbo e di scappar via da quella specie di prigione nella quale il figlio Paul aveva deciso di rinchiuderlo dopo che un incidente domestico con annessa frattura dell'anca gli aveva fatto rischiare di morire abbandonato nell'isolamento della propria fattoria. Ed è proprio lì, al suo angolo privato di Tennessee, ai suoi campi e alle sue coltivazioni, che Abner ha intenzione di tornare: braccato da un taxista incaricato di riportarlo in clinica, lo convince a cambiare direzione e virare venti miglia più in là, verso quell'Ackerman's Field dalla quale manca ormai da un pezzo.
Giunto a destinazione e liquidato l'autista, Abner ha però subito una sgradita sorpresa: distesa a prendere il sole nel mezzo del suo giardino c'è una sedicenne mai vista prima che dice di chiamarsi Pamela e di vivere lì con mamma e papà. La mamma, Ludie, si palesa in un batter d'occhio, e confessa ad Abner di conoscerlo e di saperlo all'ospizio: loro sono lì in virtù di un contratto stipulato con Paul che gliel'ha concessa in affitto per tre mesi (ormai prossimi alla scadenza) con opzione finale d'acquisto.
Abner è sgomento oltre che furioso: sgomento perché neanche il tempo di venir parcheggiarlo in quell'istituto per anziani e già il figlio, avvocato in ascesa, suo tutore legale e amministratore del suo patrimonio, ha pensato di far cassa cedendo la villa in cui l'ha cresciuto, dove ha lasciato ogni ricordo, e dove la sua amata moglie Ellen è vissuta ed ha esalato l'ultimo respiro; e furioso perché oltretutto il beneficiario di cotante attenzioni, padre di Pamela e marito di Ludie, è nientemeno che Lonzo Choat, un perdigiorno che vive di espedienti, spesso ubriaco e alla bisogna anche manesco.
Lonzo arriva di lì a poco, e tra i due sono subito scintille: mai Abner permetterà che quel cafone divenga proprietario della sua tenuta; ma mai, forse, quello riuscirà a trovare i soldi necessari a comprarlo, essendo in attesa - probabilmente vana - di un prestito che non è in grado di coprire. Nel frattempo, complici l'inutilizzabilità del telefono (la bolletta costa cara) e la latitanza di Paul, oberato dal lavoro ma comunque intenzionato a persuadere il padre a tornare sui suoi passi, questi ignora l'invito dell'aspirante nuovo 'padrone' ad andar via e si piazza nel capanno, dove peraltro sono stati ammassate tutte le sue cose e dove, ravanando tra i ricordi, trova le vecchie foto con la moglie, i vinili di Jimmie Rodgers, e la rivoltella che il giorno della laurea regalò al figlio pensando a sé stesso.
That Evening Sun, esordio sulla lunga distanza di Scott Teems, da lui scritto e diretto partendo dal romanzo breve I Hate to See That Evening Sun Go Down di William Gay, è un oggetto delicato che si regge su una regia calibrata e sensibile e su una serie di personaggi complessi variegati imperfetti e contraddittori, ognuno portatore di un grado diverso di umanità. Abner e Lonzo, i due antagonisti, portano avanti ciascuno la propria battaglia personale, con posizioni tra loro inconciliabili ma dalle quali nessuno è disposto a recedere: e se per il vecchio Abner si tratta di affermare il proprio sacrosanto diritto a scegliere di passare i propri ultimi scampoli di vita in quella che considera ancora a tutti gli effetti casa propria e che mai e poi mai lui avrebbe messo in vendita, per Lonzo ne va della propria credibilità: lui che per tutti è un buono a nulla che sopravvive grazie alla pensione sociale, ha ora l'opportunità irripetibile di svoltare e fare l'acquisto della vita, quello che gli darebbe un tono ed i punti necessari a salire le gerarchie della scala sociale.
Ma accanto a questa guerra di nervi - con da un lato il fattore che, sempre netto e mai conciliante, ricorre all'ironia e a provocazioni d'ogni tipo, e dall'altro il redneck che resiste opponendo minacce e riservandogli tutta la cattiveria che ha in corpo - scorrono una manciata di altre vite: quella di Ludie Choat, sempre impegnata a gettare acqua sul fuoco perché costantemente spaventata ed intimidita dal potenziale distruttivo del marito, il quale traduce la propria cronica insicurezza in eccessi - anche violenti - di protettività nei confronti suoi e della figlia; quella della stessa Pamela, adolescente alla ricerca della propria libertà, che si rivolge al nonnetto con l'irriverenza e la sfacciataggine propri della sua età, segnando ad ogni parola abissi di distanza tra due generazioni forse troppo lontate per poter trovare punti di raccordo; quella di Paul, il figlio che nel ricoverare il padre dice di aver operato la 'scelta migliore', garantendo il giusto spazio per sé e per la propria carriera ma trascurando l'altro, negandone l'autosufficienza e continuando ad ignorarne scientemente i bisogni; e quella infine di Thurl, il compaesano che di Abnet è amico e coetaneo, che porta in sé la calma e la saggezza di chi ha la consapevolezza di aver trovato il proprio posto nel mondo.
That Evening Sun è un'opera piccola e discreta, che si insinua sotto pelle lentamente, che parla di orgoglio e dignità ma si guarda bene dal cadere nella trappola del semplicismo o nella banalità dell'apologo morale. Contrappuntato dal vibrante commento sonoro affidato alla chitarra nervosa di Michael Penn e sostenuto dal country d'antan di Jimmie Rodgers interpretato da Patterson Hood dei Drive-By Truckers, attraversato da dialoghi sempre interessanti e condotto al ritmo compassato del suo protagonista, un Hal Holbrook strepitoso nella parte dell'anziano burbero e testardo, in lotta con un mondo che lo considera poco più che un intralcio e talmente solo da fare lunghi monologhi ad un cane, il film di Scott Teems è nobilitato altresì dalle ottime prove del resto del cast, dove tra il buon Ray McKinnon, bravo a non caricare oltremodo un personaggio (Lonzo) potenzialmente sopra le righe, la contenuta Carrie Preston nel ruolo della timorosa Ludie, e la promettente Mia Wasikowska - che di lì a poco sarebbe divenuta Alice nel brutto paese delle meraviglie di Tim Burton - in quello dell'impertinente Pamela, a spiccare è il pacioso e gustoso Thrul interpretato dal convincente Barry Corbin.
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