Regia di Noah Buschel vedi scheda film
Peculiare opera di Noah Buschel, che prosegue per tutta la durata della storia in equilibrio precario tra commedia, dramma, poliziesco...alternando momenti sinceramente buffi, ad altri molto intimisti; scene realistiche a momenti onirici...con una fotografia che dal seppia muta velocemente in una tonalità bluastra; spazi aperti interrotti da primi piani ravvicinati e personaggi stretti in spazi claustrofobici. Nonostante il ritmo sia lento, la narrazione non è banale, e il viaggio in treno/on the road della parte iniziale, costellato di personaggi peculiari, lascia poi spazio ad un epilogo più profondo(anche se il divertimento non manca, ma è posto in modo accurato). Quasi tutto il film ruota intorno alla figura tormentata ma anche autoironica dell'anacronistico personaggio di Shannon, detective alcolizzato, fumatore, poco pratico di tecnologia, che sembra uscito da un film noir e gettato in un'epoca che non comprende e non gli appartiene, anche se il regista possiede la giusta intelligenza per scherzare sulla sua stessa creazione senza farla mai sembrare una farsa, con uno Shannon(sempre e solo meraviglioso) che si muove(e spesso barcolla) per il film alternando istanti profondi e drammatici, a momenti di una leggerezza squisita, giocando in continuazione col proprio personaggio(come quando si ritrova a ballare con un'avvenente donna disponibile nella sua stanza d'albergo, piuttosto che portarla a letto come lo stereotipo imporrebbe). Film stravagante, sicuramente imperfetto, ma con un senso finale sfaccettato e aperto, trovate di regia interessanti, e un Michael Shannon assolutamente meraviglioso.
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