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Dieci inverni

Regia di Valerio Mieli vedi scheda film

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La recensione su Dieci inverni

di jonas
8 stelle

Maturazioni parallele di un ragazzo e una ragazza dal novembre 1999 al marzo 2009, ossia da un punto di svolta all’altro: quello in cui si esce di casa, quello in cui si è pronti per costruire una nuova casa. Il film è strutturalmente simile a Un amore di Tavarelli: segue i personaggi attraverso una serie di incontri (o di non incontri, in un paio di casi) dislocati a distanza di tempo e mostra le accidentate traversie delle loro giovinezze, fra slanci di sincerità e ritrosie dovute a orgoglio, timidezza o paura; alcuni momenti sono veramente toccanti (uno su tutti: la conclusione della prima sequenza, con lei che lancia timidi segni di invito a lui prima che si allontani). Fin dall’inizio si coglie un feeling fra i due, ma i loro andirivieni sentimentali producono sfasature reciproche, false partenze, e rinviano continuamente il momento in cui arrivano a trovarsi davvero. Alla fine, come chiudendo un cerchio, si torna là dove tutto era cominciato: un nuovo inizio, da affrontare insieme con la maturità raggiunta in dieci anni. Lei è un po’ dura, lui quasi insopportabile; ma entrambi sono credibili, senza forzature, con una loro verità interiore: questo è il principale pregio del film, al di là dei difetti (una certa meccanicità, qualche coincidenza inverosimile). Considerando il cinema italiano contemporaneo, siamo su livelli più che accettabili: il regista esordiente Valerio Mieli dà l’idea di conoscere il suo mestiere.

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