Regia di Valerio Mieli vedi scheda film
Qualcuno ha gridato immediatamente al capolavoro. Altri sono andati con i piedi di piombo. Ciò che risulta decisamente evidente è che "Dieci Inverni" è l'opera prima di Valerio Mieli, del quale aspetterei di vedere un secondo lavoro prima di condannarlo. Ma se dobbiamo analizzare la personalità artistica di questo nuovo cineasta, che si propone come autore, dal suo film d'esordio allora dobbiamo essere precisi e non abusare del termine "promettente".
"Dieci inverni" è scritto magnificamente! Sopratutto per quanto riguarda i dialoghi: veri, umani, sinceri, comuni e originali nel loro essere comuni allo stesso tempo, favoriscono un'interpretazione spontanea di entrambi i protagonisti meritovoli di lode. Inoltre la struttura generale della sceneggiatura non risulta episodica (ed il rischio era grosso per una storia che si dilata così a lungo nel tempo) e propone con un'apprezzabilissima classicità situazioni semplici e comuni, senza prolissità nè stucchevolezze.
Dunque direi che per la questione sceneggiatura il termine "promettente" è azzeccato.
Ma dal punto di vista registico si nota immediatamente l'inesperienza di Mieli. Inquadrature che ricercano spesso "il bello", tipo quadro, senza mai veramente raggiungerlo. Talvolta inserisce alcune trovate originali (carrellata dietro gli scaffali mentre vi vengono sistemati dei libri, la luce della stufetta che illumina periodicamente i due protagonisti...), ma che risultano artificiose, false...e che mal si amalgamano con il resto dello stile, essenzialmente anonimo, inesperto, a tratti insicuro.
Tuttavia il voto "buono" di incoraggiamento non glielo toglie nessuno, perchè, lo ripeto, il film è scritto da Dio! Ce ne fossero di sceneggiatori così!
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