Regia di Phil Lord, Chris Miller vedi scheda film
Prima o poi doveva capitare: dopo aver giurato eterna infedeltà all’Imperatore tiranno Girometti e alle sue sporche, rumorose e fredde (multi)sale, l’artefatto clima buonistico/ natalizio, unitamente ad un nipotino che, rimasto all’improvviso temporaneamente orfano dei suoi leggittimi genitori, non aveva trovato nessun altro che lo accompagnasse, ha riportato questo povero zio nei saloni mefitici e pestilenti di pop-corn gestiti dall’Immondo Despota a vedere, opportunamente e debitamente occhialuto, questo “Piovono polpette” in 3D. La scusa era comunque buona: oltre al già detto malinconico nipotino e al clima festaiolo che induce alla trasgressione, l’occasione di verdersi il primo film nel nuovo formato tridimensionale (al volgare, modico prezzo di antiche circa ventimilalire), doveva pur essere aiutata ad arrivare. E devo dire che questa tridimensionalità, passato un primo momento in cui l’occhio deve adattarsi e “capire” cosa stia succedendo, è veramente portentosa, tanto che, all’uscita, il tarlo del pensiero “Ma saranno tutti così i film quando lui (il nipotino) sarà grande?” (che poi, in altri pensieri, poteva esprimersi: “Ma cacchio, sono già diventato così vecchio, io?”) non mi voleva abbandonare. Non so se tutto il cinema sarà così fra XX anni, come non sapevano XX anni fa quelli del cinema muto e in b/n cosa avrebbe portato il Panavision. Di certo, l’aver visto soltanto i provini del prossimo “Alice nel Paese delle Meraviglie” di Tim Burton (anch’esso in 3D e atteso per il prossimo marzo), mi ha improvvisamente catapultato verso un’insano desiderio di invecchiare presto, almeno di quei tre mesi che ci separano dal prossimo mese di marzo.
Per quel che riguarda invece il film qui in oggetto, oltrechè ad averlo trovato altamente diseducativo per me, per il mio e tutti gli altri numerosi figli/nipotini presenti, perennemente desiderosi di tutte le schifezze agro-alimentari propinate dalla pellicola in chiave divertente (come del resto fa tutto il mondo che li circonda, dalla pubblicità in TV al supermercato in zucchero e ossa), la storia è molto sempliciotta e cretinetta, le animazioni non sono certo della migliore qualità, i personaggi (tutti) poco accattivanti (appena appena simpatico il burbero e discreto padre del protagonista) e facilmente dimenticabili.
Se siete bambini, o se avete bambini, in quest’ultimo scampolo di feste vi consiglio di preferire il vecchio Disney e il suo “La Principessa e il Ranocchio”: con quel che vi avanza dal differente prezzo del biglietto a due dimensioni ci scappa un gelato per voi e per i piccoli, amichetti inclusi. Il 3D può attendere (magari Tim Burton). E la vecchiaia….pure.
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