Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Attraverso la storia del figlio minore del losco affarista Luciano Baietti (De Sica), Pupi Avati racconta l'Italia squallida sviluppatasi al culmine del cosiddetto ventennio berlusconiano. Basandosi su avvenimenti che si rifanno al periodo di Tangentopoli, ma anche alla brutta vicenda della Parmalat (più direttamente affrontata nel Gioiellino di Andrea Molaioli), Avati ci dice sostanzialmente che gli imbroglioni (dell'economia come della politica) sono nient'altro che malfattori ed hanno le loro grandi colpe nell'avere precipitato l'Italia nell'orrenda situazione morale ed economica in cui si ritrova, ma ci dice anche che il figlio più piccolo siamo noi, popoletto ingenuo e desideroso di farsi «imbrigare» (per usare il termine reso celebre da Cecco Angiolieri) da questa massa di parvenu che in un paese serio sarebbe stata cacciata a pedate nel culo nell'oblio della storia.
Purtroppo Avati ha da tempo esaurito la capacità di raccontare qualcosa in manirera originale e narra una storia, che sarebbe potuta diventare interessante, con stile stiracchiato e con i soliti vecchi e logori risvolti sentimentali, di cui si poteva fare tranquillamente a meno.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta