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Il figlio più piccolo

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

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La recensione su Il figlio più piccolo

di Gangs 87
6 stelle

La parabola illusoria del successo alla conquista del denaro, trasforma Christian De Sica in un ottimo attore drammatico, degno figlio di suo padre. Pupi Avati racconta, senza mezzi termini, la discesa di un imprenditore senza scrupoli, affetto da manie di grandezza, che lascia moglie e due figli togliendogli tutto, ma non l'amore che provano per lui. L’amore sincero resta, anche dopo la fame e le malattie, anche dopo aver provato l’illusione di essere ricambiati, l’illusione della ricchezza. La moglie che lo aspetta, per sedici anni, e quel figlio più piccolo che si cura di lei facendosi coinvolgere nelle sue illusioni convinte sulla bontà, irreale, del marito che mai fu, neppure padre. Solo il figlio maggiore si spacca la schiena per tutti e cova l’odio profondo verso colui che deve sostituire. L’uomo in sandali, interpretato da Zingaretti sempre bravissimo, è l’artefice di gioie e dolori, vestito in modo sempre impeccabile (calzature a parte) come impeccabile è la sua capacità di manovrare tutto e tutti, tranne se stesso, rilegato in solitudine, alla costante ricerca dell’affare grosso in cui affondare. Film un po’ confusionario, all’inizio quasi annoia, finché le vite del padre e del figlio si intrecciano ed è facile guardarli con interesse, tanti sono i punti non in comune tra i due. De Sica è bravissimo a drammatizzare e duetta con Zingaretti in modo eccellente. Speri si ripeta, per la gioia dei cinefili nazionali.

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