Regia di Edmondo Lozzi vedi scheda film
ll modesto ragionier Filippo ama segretamente una soubrette, Ester. Un giorno gli viene notificata un'importante eredità, ma ben presto scopre di trovarsi dentro a una complessa macchinazione ordita da una donna che vorrebbe farsi sposare - per mero interesse - da lui. Finale con duello femminile.
Nel secondo dopoguerra il cinema italiano riprese a lavorare, com'era fisiologico che fosse, sul materiale che aveva a disposizione; l'unica vera fucina di talenti di quel periodo era rappresentata dal teatro, fra avanspettacolo e rivista, che infatti spesso offriva i suoi spettacoli alla macchina da presa per trarne discutibili pellicole. Discutibili dal punto di vista prettamente cinematografico, si capisce, perchè le gag di Renato Rascel in questo Maracatumba sono comunque godibili, per quanto ben poco abbiano a che fare con il 'cinema' comunemente inteso; qui addirittura gran parte dela trama nella sceneggiatura di Gaetano Amata è ambientata a teatro, con numeri di ballo e sketch comici evidentemente inseriti a forza nella storia. Un lavoro ingenuo e formalmente limitato, ma di gradevole artigianato. Rascel era già stato protagonista di un film, ma sette anni prima (Pazzo d'amore, 1942); si può quindi sostenere che la sua carriera sul grande schermo abbia inizio a tutti gli effetti qui (nei successivi due anni comparirà in sette film). Per quanto riguarda il regista Edmondo Lozzi invece si tratta di esordio vero e proprio, anche se gli verrà riservato un futuro da montatore, con una sola altra regia all'attivo (La sposa, 1958); debutto assoluto sul set anche per Fiorenzo Fiorentini e per il Quartetto Cetra, mentre la tedesca Marilyn Buferd è qui al suo primo ruolo da (co)protagonista. 2,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta