Regia di Maya Deren vedi scheda film
La telecamera non segue le movenze della danza; la regista non è una cronista della successione dei passi e delle variabili sinuosità del corpo in movimento. L'obiettivo è, invece, curioso e fisso, come l'occhio dello spettatore, che è invitato a scoprire la presenza dell'elemento coreografico isolandolo dal contesto circostante. Maya Deren coglie il ballerino nel momento in cui fa la sua entrata in scena, portando improvvisamente la vita in un quadro dalle geometrie pronunciate, ma sino ad allora inerti. La danza è un tassello dell'armonia globale, il quale si stacca dallo sfondo incominciando a pulsare e a respirare: in questo modo esso segnala la dinamica bellezza delle forme, presentandole come il frutto di un processo articolato, che è una sorta di spontaneo ed artistico divenire.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta