Regia di Don Coscarelli vedi scheda film
l'america è la terra e lo schermo(grande o piccolo che sia poco importa)dei sogni(infranti?) e dei miti. miti giovani, di una terra giovane e che quindi i suoi miti se li è dovuti costruire enfatizzandoli e pubblicizzandoli molto bene direi. il film di coscarelli parla di ciò. parla di un uomo che è diventato un'icona, non sopravvivendo alla fama e al successo. siamo troppo fragili, troppo esposti per reggere pressioni così forti, come il successo, la popolarità e le vagonate di soldi che cadono dal cielo come petali di un ciliegio in primavera. e così il sogno ben presto, diventa un incubo dove alla vecchiaia e ad un'infezione ai genitali, si aggiunge pure una mummia cow boy che si aggira per l'ospizio a succhiare via le deboli anime dei vecchi e dai malati dall'orifizio più prossimo(bocca o sfintere non si formalizza)con una possibilità pressochè illimitata di rifornimento con arrivi nuovi tutte le settimane. arrivi che sono soli e quindi destinati a quest'ultima stazione prima del trapasso definitivo. coscarelli in stato di grazia giro un'epica sull'america e sul suo significato. su ciò che significa apparire ancora prima di essere e sugli effetti che l'apparenza produce sui fragili corpi e sulle deboli menti umane. il ruolo della vita per bruce campbell e il film della vita per coscarelli che naturalmente non gira un film all'anno come altri che ne potrebbero fare a meno.
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