Regia di Don Coscarelli vedi scheda film
Elvis Presley non è morto: quello che è morto è solo un suo sosia, a cui era stata affidata l'identità di The King per liberare l'originale dalla pesantezza della notorietà; pesantezza che forse Elvis rivorrebbe tanto indietro, dato che in Bubba Ho-Tep lo troviamo in preda alla malinconia in un ospizio, grasso, vecchio e con un'infezione al pene, curata da un'infermiera non consapevole di avere fra le mani quello che un tempo era un...pezzo pregiato per molte fan! Elvis, insieme ad un vecchio afroamericano convinto di essere John Fitzgerald Kennedy colorato così apposta e nascosto, decide di indagare sulle frequenti morti all'interno dell'ospizio, individuando il colpevole in una mummia risorta, anch'essa caratterizzata in maniera alquanto demenziale (vestita da cowboy).
In un'oretta e mezzo, Bubba Ho-Tep riesce ad essere moltissime cose: saltano subito all'occhio una parte horror che arricchisce la trama, con le scene "de paura" girate con mestiere da un Coscarelli che sembra sapere il fatto suo, e una parte comico-demenziale sviluppata parallelamente a quella orrorifica e da cui deriva direttamente, vista la scarsa serietà della trama. Ma è da sottolineare la componente malinconica, vero valore aggiunto del film, alimentata da un Elvis triste, finito, desideroso di rivedere la propria figlia, disturbato da tutti coloro che logicamente lo credono solo un impostore.
Girato con pochissimi mezzi, tratto da un libro di Joe Lansdale, Bubba Ho-Tep è un film di puro intrattenimento, ben fatto ma senza pretese, con interpreti come Bruce Campbell e Ossie Davis stranamente a loro agio in ruoli decisamente fuori dal comune; film, purtroppo, passato tristemente inosservato.
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