Regia di Juan Josè Campanella vedi scheda film
Dramma sentimentale, letteratura romanzesca e thriller psicologico: un connubio di generi che si intrecciano e si amalgamano in una trama che li contempla tutti, mitigando i toni ora con l'uno ora con l'altro, per poi propendere decisamente per la narrazione di due irrisolte storie d'amore parallele, quella brutalmente stroncata di una giovane coppia di sposi qualunque, in cui lei è stata stuprata ed assassinata da un cinico conoscente, e quella del funzionario del tribunale ormai in pensione che aveva indagato sul caso insieme all'affascinante procuratrice di cui si era perdutamente invaghito, pur restandone solo collega e amico.
La ricerca dell'uccisore della bella maestra, mai condannato, condotta tanto dall'aspirante romanziere, quanto dall'innamoratissimo vedovo, è il filo conduttore con cui il regista ripercorre un quarto di secolo di storia dell'Argentina, dagli anni '70 del regime degli intoccabili di Peron, alle soglie di un incerto 2000.
Sentimenti forti e sussurrati nello scorrere della vita e dei suoi contrasti, tra giustizia e potere, corruzione e devozione per il proprio lavoro, vendetta ed espiazione, dolorosi ricordi e voglia di ricominciare.
E insieme a tanto inspiegabile male c'è sempre spazio per qualche confortante sorpresa.
Ritmi volutamente dilatati ma ben spesi grazie anche alle valide prove del cast di attori e tecnici, apprezzabile la minuziosa fotografia che esalta interpreti ed interni, ottimi i trucchi che invecchiano (o ringiovaniscono?) i protagonisti.
Per chi gradisce le pellicole che includono romanticismo ed impegno.
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