Regia di Juan Josè Campanella vedi scheda film
Una delle doti del film in oggetto è di essere diviso in fasi diverse, con diverso oggetto, e di coordinare il modo equilibrato la ricerca della verità, della giustizia e dell'amore. Complimenti ai geni che hanno trovato la trama scontata e prevedibile, per chi scrive non lo è stata affatto, ad essere poco perspicaci a volte ci si guadagna in emozioni. Le interpretazioni sono buone, così come la sceneggiatura, che regala passaggi degni di nota, in particolare quelli sullo spirito della Giustizia, con implicazioni socio-filosofiche. Tecnicamente è doveroso segnalare la scena girata allo stadio, un lungo piano sequenza studiato benissimo, un fiore all'occhiello del regista. Se si vuole mettere in evidenza un difetto, la scena della confessione del delitto, per quanto possa essere emozionante, è alquanto inverosimile. Una critica che non si può certamente fare al regista è di essere nazionalista: il ritrattino che dipinge della società argentina, non solo delle istituzioni ma anche della gente comune, non ha sicuramente come effetto quello di far aumentare l'afflusso di turisti nel suo paese.
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