Regia di John Harrison vedi scheda film
Tratto da un racconto di Clive Barker che dà il titolo ad una raccolta di storie terrificanti, il film di John Harrison non sarebbe propriamente brutto, soprattutto in vista del finale visionario ed evocativo, che ricorda da vicino alcuni film horror anni 80'/90', più attenti nel creare la suspence(anche con azioni di lungo respiro) e nell'addentrarsi in mondi "oltre" senza effettacci speciali esagerati(come Poltergeist). Tuttavia, l'allungamento della novella del genio inglese genera una storia con troppe svolte, molte delle quali non convincenti, se non proprio assurde(l'adorazione della studiosa per il bel medium si muta in uso e crudeltà con troppa fretta per convincere); e ci sono parecchi punti oscuri la cui funzione diventa puramente sadico/visiva(lo stupro iniziale, che non si capisce cosa abbia a che fare con l'ascoltare o meno i morti...). Tuttavia, in un panorama piatto, pieno di films-fotocopia senza idee, la vicenda "ha carne e sangue" genuini: riferimenti sessuali espliciti, un rapporti stretto tra dolore e piacere, linee tra vita e morte che se travalicate generano mostri di follia e morte...e la bellissima idea del "Libro di sangue", su cui i fantasmi della violenza scrivono le proprie storie. Peccato, però, che quanto ci sia di valido nel film derivi direttamente dal grande Barker, e ne rappresenti solo un pallido riflesso senza coraggio.
Non male gli attori: Sophie Ward è brava, Jonas Armstrong sufficientemente carino ed attraente da convincere.
Se fosse una storia originale, direi sufficiente; ma dal momento che ogni cosa buona deriva solo da un "riflesso" della creatività di Barker, dico... meno.
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