Regia di George A. Romero vedi scheda film
Nato da una costola militare del film precedente, personalmente considero gli ultimi film di Romero come una trilogia sui poteri: Politico ( Land of the Dead ) dell'informazione ( Diary of the Dead ) e religioso con questo ultimo. Quando infatti si vuole tenere i morti con sè , l'uomo tenta di capire o meglio di (s)piegare la vita dopo la vita alle proprie credenze religiose. La sofferenza degli zombi deve essere per forza prolungata, l'accanimento deve aumentare il dolore, gli zombi non hanno coscienza di quello che fanno non potranno mai capire la differenza tra mangiare un uomo o un cavallo. I vivi in tutto questo non riescono a non dividersi e a non uccidersi per il potere.Da un parte il potere di tentare di convertire i morti e dall'altra la necessità di ucciderli per porre fine alla loro non-vita, anche quando si è <<costretti>> ad uccidere una figlia. Alla fine quello che sopravvive veramente è la necessità dei due capi-famiglia di fronteggiarsi come in un western, tutto il film è attraversato da sparatorie frontali, in cui si oppongono le idee dei due vecchi, nessuno dei due vuole ammettere l'errore proprio, anzi cercherà fino alla fine di eliminare l'avversario. Il dramma familiare che costringe il vecchio laico ad uccidere la figlia prima della trasformazione rimane una violenza sulla volontà di quest'ultima, così come la finta volontà di civilizzare i morti del vecchio religioso che nasconde soltanto la reale volontà di schiavizzarli senza aver fatto i conti con la loro natura, che è quella di mangiare i vivi, specialmente quelli che li hanno messi in catene e trattati come animali.
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