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Yattaman - Il film

Regia di Takashi Miike vedi scheda film

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La recensione su Yattaman - Il film

di FilmTv Rivista
8 stelle

Grande successo di pubblico in Giappone, Yattaman. Il film è forse l’opera più commerciale di Takashi Miike, ma non per questo è un prodotto senza passione. Traspare anzi l’amore per i personaggi dell’anime da cui è tratto, per le loro assurde macchine e per gli scenari che attraversano. Il duo mascherato Yattaman costruisce robot nell’officina del negozio di giocattoli di Gan Takada, il giovane e acrobatico genio che combatte insieme ad Ai Kaminari e al robotico Yatta Can contro il Trio Drombo e i loro macchinari. I tre “cattivi” sono la bella e malinconica Dronio e i suoi due sottoposti, l’arrapato talento della robotica Boyakki e il goloso forzuto Tonzula. Agiscono agli ordini di Dokrobei, il dio dei ladri, che ordina di ritrovare le parti della mitica pietra teschio, la cui ricomposizione consentirà di esaudire un desiderio. A tal proposito dobbiamo segnalare almeno il sogno nel cassetto di Tonzula, che si immagina come una star del catch in un segmento animato nello stile dell’Uomo tigre. Numerose poi le autocitazioni, dai combattimenti che si tengono tutte le settimane come le puntate di una serie Tv al cameo dei doppiatori giapponesi del Trio Drombo. Nonostante Yattaman sia un blockbuster, la computer graphic non è di gran livello, d’altra parte il fotorealismo sarebbe fuoriluogo, dunque ben vengano i costumi un po’ fasulli, le scenografie kitsch e gli sfondi in CGI approssimativi ma colorati. Oltre alla passione per la materia trattata, Miike ci mette del suo apponendo una vistosa firma con alcune scene che si staccano dalle ammiccate sexy della serie per sconfinare nel feticismo e quasi nel morboso: i sogni erotici di Boyakki, che immagina di smaltare le unghie dei piedi di una schiera di liceali, e soprattutto lo scontro tra lo Yatta Can e la robot vergine, dove si titillano capezzoli metallici, si manda in calore il cane meccanico e si simula l’orgasmo. Scene disturbanti in un film per tutte le età, che scacciano però gli eccessi di saccarina e la ripetitività di una struttura basata su tre scontri.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 4 del 2011

Autore: Andrea Fornasiero

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