Regia di Osvaldo Civirani vedi scheda film
Le Mans - Scorciatoia per l'inferno è una pellicola decisamente brutta, composta per lo più di scene di corsa automobilistica, tanto frequenti e insistite da sembrare in svariati tratti più una trasmissione televisiva di un qualsiasi Gp che un vero e proprio film. Due sono però i fattori, per lo meno curiosi, da segnalare; il primo è che si tratta di uno di quei lavori - non molti, una manciata appena - usciti nel giro di pochi mesi che andarono a costituire un piccolo filone interno al cinema di genere italiano: il 'film di corse' (con titoli come Amore formula 2 o Bolidi sull'asfalto a tutta birra); l'altro è che, pur nella sua semplicità senza pretese, la trama già anticipa grosso modo quelle di commedie d'ambiente sportivo come Bomber o Lo chiamavano Bulldozer, che usciranno qualche anno più tardi (un ex campione si ritira e finisce ad allenare un giovane promettente). La sceneggiatura è firmata dal regista e dal fidato collaboratore Tito Carpi; Civirani peraltro utilizza lo pseudonimo Richard Kean. L'anno successivo comincerà a dirigere Ciccio e Franco: nel giro di un paio di anni farà quattro film con i due siciliani; nel 1971 uscirà I due della formula uno alla corsa più pazza pazza (sic) del mondo, tanto per non allontanarsi troppo. In Le Mans un cast anonimo - con conseguenze negative sulla recitazione - è 'nobilitato' dalla presenza in un ruolino della già diva Edwige Fenech; le appena passabili musiche di Stelvio Cipriani sono probabilmente la cosa migliore. 2/10.
Un pilota automobilistico, in seguito a un pauroso incidente, abbandona il volante. Passerà ad allenare un giovane talento, che cresce di giorno in giorno proprio come crescono i problemi fra l'allenatore e la moglie.
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