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Nightmare

Regia di Samuel Bayer vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Nightmare

di petweir
2 stelle

essimo remake inodore e insapore di un cult assoluto degli anni '80. Che cosa non funziona nel film di Samuel Bayer? Innanzitutto l'ispirazione iniziale, fondamentale nell'originale scritto e diretto da Wes Craven che nel pieno ottimismo degli anni Ottanta realizzava un film controcorrente in cui il Sogno Americano, celebrato da tanto cinema anche adolescenziale di allora, diventava il peggiore degli incubi. Era Nightmare - Dal profondo della notte l'altra faccia di film come Ritorno al futuro o Voglia di vincere, film coevi e girati espressamente per un pubblico giovane, dove si inneggiava alla capacità di gestire il Destino con le proprie mani. Era, come tutti i grandi horror, un film fortemente metaforico, persino profetico, in grado attraverso le regole del genere di raccontare criticamente l'epoca in cui era immerso. Un film non diverso, per ispirazione e portata ideale da tanti altri capolavori del genere oscuro, da La notte dei morti viventi di Romero ai primi film di Raimi; un film in cui, mentre Hollywood, pur attraverso voci discordanti, raccontava la capacità di farcela comunque da soli, la possibilità di afferrare il Sogno e di viverlo pienamente, Craven mostrava dei ragazzi perduti e soli, vittime fragili date in pasto alle proprie paure. Bayer, una manciata di videoclip come curriculum, fa piazza pulita di qualsiasi riferimento all'attualità, tranne il particolare, comunque significativo, della pedofilia come motore della vicenda, e riprende la vicenda del film originale che tinteggia di effetti speciali riducendo a semplice villain senza spessore lo spauracchio ambiguo di Freddy Krueger. E così, complice un cast anonimo e un'incapacità, tipica di molti registi di horror di ultima generazione, di creare tensione attraverso la suspense, il film, pur ammodernato con effetti visivi e sonori, risulta assai meno coinvolgente del film del 1984: anzi, a dirla tutta, per nulla terrificante. E mostra nel complesso tutti i limiti dell'operazione remake tanto in voga in questi anni soprattutto per quanto riguarda il genere horror: quasi tutti i remake di grandi horror del passato, da The Fog a Le colline hanno gli occhi passando per L'ultima casa a sinistra hanno fallito, almeno da un punto di vista cinematografico. I motivi sono tanti e diversi: cast sbagliato, bassa tensione, efferatezze gratuite e slegate dal contesto, regia anonima e fotografia patinata. E il risultato, piuttosto che creare terrore irrazionale, è quello di scatenare un'inconsolabile, questa sì, terrificante nostalgia dei bei tempi oscuri e perduti.

 

 

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