Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Prossimo agli ottant'anni (classe 1931), Olmi decide di dedicarsi a tempo pieno ai documentari: nel giro di pochi mesi licenzia questo bel lavoro sulla Valtellina e anche Terra madre, film-testimonianza dell'omonimo forum mondiale tenutosi a Torino. Si tratta, come è d'altronde nelle corde del regista lombardo, di opere dai forti contenuti ambientalisti e legate in maniera profonda alle tradizioni rurali. Questo Rupi del vino, in particolare, è l'occasione per mettere in risalto le bellezze naturali dei panorami dell'alta Lombardia, zone che evidentemente il regista conosce bene, e tutto prende spunto da uno scritto di Mario Soldati - contrappuntato da citazioni di altri scrittori più o meno celebri, nonchè di motti popolari - che narra le meraviglie di questi territori. E' la natura a farla da padrone: non è il contadino, ma la vigna ad assumere il vero ruolo di protagonista; il vino è al centro del discorso del film e dei testi di Soldati e l'uomo è il semplice esecutore materiale, colui che si occupa della trasformazione dei prodotti della terra. Suggestive le vedute aeree delle campagne e delle coltivazioni, moltissimo il materiale che scorre in questo documentario che non arriva neppure all'ora di durata, ma parla davvero di tante, tantissime cose. Idealmente questo cinema è la prosecuzione 'dietro le quinte' di quello di pura fiction de L'albero degli zoccoli, una sorta di sguardo curioso e rispettoso degli spazi in cui Olmi ha sempre amato ambientare le sue storie. 6/10.
Documentario sulla Valtellina, fra grandi spazi aperti, meraviglie della natura e vita rurale, con grande protagonista il vino.
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