Regia di Maya Deren vedi scheda film
Dopo aver esordito con "Meshes of the Afternoon", Maya Deren gira un altro psicodramma dalle tinte meno cupe, ma ugualmente misterioso, sinuoso e sottilmente erotico: "At Land".
Onde che si infrangono sulla sabbia; una donna distesa (morta? svenuta? addormentata?); un repentino rewind e la donna riapre gli occhi e si arrampica su un tronco. Da qui ha inizio il suo vagare da un luogo all'altro...
Inutile fare appello al piano soggettivo od oggettivo: è impossibile! E' spazzato via dalle onde che si infrangono sulle parti più recondite della mente. L'Io si frantuma e si ritrova. O meglio, ritrova/incontra i propri Sè dispersi lungo il cammino casuale del linguaggio del sogno.
In "At Land", come nel precedente ""Meshes of the Afternoon", non vige infatti la logica razionale, quanto semmai la logica del sogno. Non il principio di causa-effetto, quindi, quanto semmai quello dell'associazione casuale.
Nella frantumazione spaziale che Maya Deren mette in atto, il montaggio è l'unico raccordo che dà continuità di luogo e tempo ad un qualcosa che non ha continuità spazio-temporale. Le pulsioni più recondite dell'individuo non hanno (spesso) spiegazione e dunque bisogna lasciarsi trasportare da quest'estasi di significanti....
Gli echi surrealisti ed espressionisti sono più vivi che mai nell' "Impero della Mente" messo in scena dalla Deren!
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