Regia di Giacomo Gentilomo vedi scheda film
L'Italia, sul finire della guerra, vive di sogni superstiti e semplici gioie: questo film li impacchetta con lo spago e la carta di giornale, e ce li porge come un grazioso regalino, con un sorriso discreto, ma sincero. Quando i tempi sono duri, l'essenzialità non è avarizia, bensì parsimonia; e la sceneggiatura, benché ridotta all'osso, è comunque animata da una genuina vivacità popolare. "In cerca di felicità" è un ritratto dal basso di un'epoca in cui la ricostruzione era una speranza viva nel cuore di tutti gli italiani: un evento avvertito come imminente, e di fatto anticipato, in piccolo, dalla comune arte di arrangiarsi. I personaggi della storia sopravvivono alla miseria con affanno, ma senza sgomitare: la fame acuisce l'ingegno ed accentua la sensibilità, tanto da trasformare ogni momento musicale in una vigorosa impennata dello spirito, che d'un tratto s'infiamma di amore ed ottimismo. Gentilomo, in quest'opera, asseconda con garbo il desiderio della gente di riscoprirsi allegra e fortunata, di potersi distrarre e poter dimenticare, voltando pagina con un lieve gesto della mano.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta