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Sílení

Regia di Jan Svankmajer vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sílení

di maldoror
8 stelle

Non credo ci sia moltissimo da dire, scrivo quest'opinione più che altro per arricchire questa sezione che meriterebbe di essere decisamente più frequentata, visto che Svankmajer è un genialoide che andrebbe scoperto e fatto conoscere il più possibile, e per giunta questo è uno dei suoi migliori film in assoluto (sebbene consideri ancora Faust il suo vero capolavoro).
Dicevo che non c'è moltissimo da dire perchè il film è assolutamente lampante nel suo contenuto e dice già tutto di suo, essendo caratterizzato, come un po' tutti i film del regista, da un voluto e dichiarato didascalismo che rende le sue opere deliziosamente naif.
La tematica è quella tipicamente surrealista dell'elogio delle pulsioni e degli istinti contrapposti a qualunque tipo di repressione e censura, tanto quella istituzionale quanto quella psichica, morale, da parte del Super-Io (e della sua proiezione nella figura di Cristo, come ricordato più volte dal protagonista). A incarnare questa contrapposizione viene chiamato un personaggio chiave ed emblematico del Surrealismo, ovvero il "divin Marchese", già oggetto di attenzione da parte degli artisti di quella corrente, simbolo del rovesciamento radicale e nichilista di qualunque ordine morale o sociale in nome della vittoria totale degli impulsi, anche e soprattutto di quelli "perversi". De Sade si scaglia furiosamente contro Cristo, considerato come il responsabile di tutti i mali dell'uomo e incapace di mantenere le sue "promesse" di salvezza e redenzione, riuscendo invece soltanto a castrare i suoi naturali impulsi, la sua naturale tendenza a procurarsi piacere col senso di colpa, il peccato originale e il terrore della punizione divina. Ma si scaglia anche contro la Natura, vista soltanto come portatrice di distruzione e morte, incitando l'uomo a una ribellione nei suoi confronti infrangendo le sue "leggi" (sappiamo bene in che modo :) ).
E' dunque il film più inquietante ed eversivo di Svankmajer, accostabile al sempre recente Spiklenci Slasti per via della "svolta sadiana" che sembrerebbe aver preso il regista, sebbene caratterizzato sempre da quel tono naif e leggero di cui parlavo prima, anche se la scena della messa blasfema in cui De Sade trafigge il costato di Cristo con centinaia di chiodi è abbastanza uno shock. Inoltre qui Svankmajer dimostra di essersi abbastanza evoluto rispetto ai suoi film precedenti, mostrando una maggiore padronanza della materia narrativa e capacità di articolare una storia abbastanza complessa, anzichè limitarsi a creare delle versioni "illustrate" di classici della letteratura, sebbene pur sempre personalissime e geniali. La storia principale viene inoltre inframezzata dalle caratteristiche animazioni in stop-motion, in cui vediamo pezzi di carne animati scorrazzare qua e là dando vita a tutto ciò con cui entrano in contatto, per poi essere miseramente fasciate in una garza e impacchettate nella plastica, parallelamente all'evoluzione della vicenda, che vede la vittoria del metodo di cura del reale primario dell'ospedale psichiatrico, consistente nell'"indebolire la carne per rimetterla in armonia con la mente". Insomma, un film assolutamente da vedere, una gioia per gli occhi e per le orecchie (per via del proverbiale lavoro sui "rumori"), con un accenno di critica sociale forse più esplicito rispetto alle sue opere precedenti (ai lungometraggi almeno), ovvero a quel "manicomio nel quale viviamo tutti i giorni e che unirebbe gli aspetti peggiori dei due opposti metodi di cura", cui lo stesso Svankmajer fa riferimento nell'introduzione del film, identificabile quasi sicuramente, come diceva anche carlos brigante nella recensione qui a fianco, col liberismo sfrenato che da un lato finge di lasciare libero sfogo alle pulsioni individuali(stiche), ma dall'altro invece le reprime violentemente alienandole e sublimandole nella ricerca disperata del profitto, nevrotizzando l'individuo e subordinandolo dunque alla logica del mercato, rendendolo così un automa. VOTO (per la prima volta me lo concedo pure io): 8 1/2. Ma anche 9, volendo.

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