Regia di Ti West vedi scheda film
Dietro a un titolo così ampiamente sentito e risentito si nasconde uno dei film più particolari visti ultimamente nella scena horror.
Si tratta di una perfetta simulazione di horror anni '80 uscita nel 2009 ad opera di un autore da tenere d'occhio, quel Ti West che nonostante una falcidiante foto con faccia da superpirla in quel di imdb.com si propone come uno dei pochi autori con qualcosa di nuovo da dire in un genere iperinflazionato.
Mi si potrà obiettare: ma come si parla di autore nuovo riguardo a uno che all'alba del 2010 si mette a girare un horror che sembra girato trenta anni prima?
E io posso rispondere che usare un tale linguaggio cinematografico che riprende anche nelle più piccole cose uno stile decisamente vintage(a partire dai titoli di testa) è prova di temerarietà e poi cavolo con The Artist tutti a urlare al capolavoro (io no!) e uno che si ferma un po' prima nella sua rivisitazione a ritroso non si può ammirare senza che arrivi qualcuno a rompere?
E comunque The House of the Devil ha una padronanza stilistica e una cura per i particolari nonostante il basso budget che gli horror che vuole richiamare non avevano.
Ti West non dice nulla di nuovo ma quello che importa è il come lo dice.
Il suo stile registico fluido e sinuoso, sempre sotto perfetto controllo è agli antipodi dalle nuove tendenze horror che prevedono sempre facili trucchi per far sobbalzare sulla poltrona e un montaggio iperaccelerato confidando che la frammentarietà della visione (nel senso che si riesce a capire solo una sequenza ogni tre o quattro tanto che il film va veloce) induca un cospicuo stato d'ansia nello spettatore ma solo perchè non si rende perfettamente conto di quello che sta vedendo.
Il film è intenzionalmente pieno di clichet: la babysitter che per soldi è capace di tutto o quasi, la casa spettrale (è nel titolo! ci deve essere per forza), la protagonista Samantha universitaria normalissima circondata da amiche che sembrano vivere ad un'altra velocità.
Samantha è interpretata dall'intrigante Jocelin Donahue che è ben lontano dall'archetipo della scream queen bella e stupida che infesta i nuovi horror.Il suo volto è moderno di quella bellezza che non ti sdraia al primo sguardo però più la scruti e più ti piace e con quell'acconciatura che ha sembra proprio provenire da un'altra epoca.
Anzi a dir la verità Greta Gerwig che interpreta la parte della sua amica Megan sarebbe fisicamente una scream queen perfetta:bionda , alta, sensuale, uno sguardo impudente e una certa tendenza ad accorgersi di tutto col classico attimo di ritardo. E invece di urlo non ne caccia nemmeno uno.
Dicevamo di Samantha: scopre che non deve fare la baby sitter ma la vecchia-sitter e non batte ciglio soprattutto perchè il compenso aumenta a dismisura quando colui che l'ha contattata (Tom Noonan) le racconta la verità un pezzetto per volta, quasi facendosela estrarre di bocca.
Ordina la pizza (veramente inquietante vedere qualcosa del genere e pensare che sia commestibile), si isola con la musica nelle cuffie del suo walkman (altro oggetto che alla fine degli anni '70, inizi anni '80 era un accessorio indispensabile) e gira per la magione e più la esplora e più lo spettatore si accorge di quanto abbia il classico aspetto della casa che ha qualcosa che non va.
Rumori, scricchiolii e tutto l'armamentario classico del film de paura sono l'unica compagnia di Samantha .
E atteso, vituperato, quasi anelato l'orrore arriva.
Siamo venuti qui per questo ,no?
E Ti West ce lo consegna su un piatto d'argento dopo averlo centellinato e creato un incredibile atmosfera di nervosa attesa. Sangue, pentagrammi satanici, teste di caprone che fanno parte di una certo tipo di iconografia e così via fino all'esito finale in un riecheggiare che va da Rosemary's baby ad Amityville horror passando per tutte le case infestate o meno che vi vengono in mente.
Nota di merito per il cast che contribuisce alla riuscita di un progetto così particolare: Tom Noonan vestito col suo miglior vestito da beccamorto è perfetto come vecchino a prima vista leggermente malfermo ma potenzialmente inquietante vista la sua statura che sfiora i due metri, Mary Woronov è la sua partner perfetta che ironia della sorte passa da La casa del diavolo di Rob Zombie a The house of the devil, infine da segnalare il cameo di Dee Wallace(tanto bel cinema nel suo curriculum) nel personaggio dell'agente immobiliare all'inizio del film.
The House of the Devil non è solo un'opera di abile sofisticazione ad opera di un regista falsario che fa miracoli col misero budget che ha a disposizione. E' un manifesto programmatico dello stile di Ti West, che si distacca dagli spaventi e dal gore di grana grossa che è così in voga in questi ultimi anni per ritornare alla valenza originaria dell'horror come strumento per suggestionare e spaventare più che sollecitare schifo per le frattaglie sparse per ogni dove.
Insomma cinema vero fatto con pochi soldi e miliardi di idee.
E la poetica autoriale di Ti West sarà chiarita ancora meglio nel successivo The Innkeepers, una ghost story sui generis, sorvolando sulla travagliata parentesi di Cabin Fever 2:Spring Fever in cui ha cercato di togliere il suo nome dai credits in quanto il film è stato integrato con sequenze non sue e rimontato a sua insaputa.
Si badi bene che non parliamo di una vecchia volpe del set: questo signorino è del 1980 , i film li scrive , li dirige e si occupa del montaggio (ed è successo che si occupasse pure della fotografia) e siamo già arrivati a cinque film e un corto già realizzati (altri titoli schedulati a breve). Da tenere assolutamente d'occhio.
(bradipofilms.blogspot.com)
da tenere assolutamente d'occhio.
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