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La mano della morta

Regia di Carlo Campogalliani vedi scheda film

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La recensione su La mano della morta

di mm40
4 stelle

Il malvagio conte Altieri uccide una donna e incendia la sua villa; uno zingaro di passaggio fa in tempo a salvarne la bambina, che prende con sè. Cresciuta, la piccola ribattezzata Satanella architetta un terribile piano di vendetta: fa innamorare di sè il figlio del conte, lo fa andare in rovina e per rimediare costringe la sorella a sposare un usuraio; nemmeno lo stesso Altieri si salverà dalla diabolica trappola.

 

Già in epoca del muto, nel 1916, c'era stata una trasposizione cinematografica omonima del romanzo di Carolina Invernizio La mano della morta, con la regia di Giovanni Enrico Vidali; questa versione firmata da Carlo Campogalliani oltre trent'anni dopo è comunque in ogni caso la più nota, anche per via di un discreto dispendio in termini di budget e di energie. Sceneggiatura del regista, di Paola Ojetti e di Vittorio Nino Novarese; fotografia di Tonino Delli Colli, colonna sonora di Giovanni Fusco, cast che vede fra gli interpreti Carlo Ninchi, Maria Martin, Saro Urzì, Adriano Rimoldi, Silvio Bagolini, Lina Volonghi e Renato De Carmine: i presupposti per una pellicola di buon livello ci sono tutti e, a conti fatti, non vengono delusi. Professionista consumato di un certo mestiere nel cinema cosiddetto popolare, Campogalliani imbastisce con sufficiente cura una storia drammatica dai risvolti tragici, senza oltrepassare mai la soglia del patetico; in questo suo rimanere contenuto, appoggiandosi su ritmi blandi e recitazioni teatrali, il film trova la giusta formula. Considerando inoltre il difficile momento per gli artisti nel Belpaese (e più in generale per il pubblico, non va dimenticato), nel 1949 un lavoro del genere era senz'altro degno di nota; da qui in avanti il regista preferirà dedicarsi a opere più leggere, fra canzonette e peplum. 4/10.

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