Regia di Garry Marshall vedi scheda film
Quando Ashton Kutcher si precipita all’aeroporto di Los Angeles dove si è appena imbarcata Jennifer Garner, l’addetto al check in lo secca con un «non dirmelo, voglio indovinare: c’è una ragazza che sta per salire sull’aereo e se non la fermi, lei non saprà mai cosa provi». Perfino i personaggi di Appuntamento con l’amore sono in grado di prevedere ogni singola svolta di sceneggiatura, così come lo spettatore, non abbastanza frastornato dalla girandola di star (21 protagonisti per 10 storie, più o meno, d’amore) per non accorgersi che quell’odore stucchevole e un po’ appassito non proviene dal fioraio al centro del film, ma dalla quantità di situazioni già viste. Garry Marshall dirige sornione, con un occhio a Love Actually (ma senza averne la grazia) e uno (orbo) ad Altman (Anne Hathaway è una «intrattenitrice telefonica per adulti», come Jennifer Jason Leigh in America oggi), come sempre interessato più alla simpatia degli attori che alla sostanza dello script. In tutti questi mal d’amore, il vero colpo al cuore è vedere Shirley MacLaine, vestita di lustrini, stagliarsi contro la proiezione di se stessa da giovane in La tua pelle brucia: lei è sempre grande, è il cinema che è diventato piccolo.
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