Regia di Tim Blake Nelson vedi scheda film
Il Professor Bill e il suo doppio
La vita del professor Bill Kincaid (Edward Norton) si dovrebbe svolgere, stando ai suoi piani, lontano da Tusla, cittadina dell’Oklahoma dalla quale era fuggito, quando, ancora ragazzo, aveva capito che il milieu culturale e linguistico locale avrebbe reso troppo imperfetta e riconoscibile la propria origine (ahimé che brutta pronuncia!) e che le bizzarrie eccentriche di madre e fratello avrebbero frustrato i suoi ambiziosi progetti.
Quando inizia il film Bill appare come un brillante docente di filosofia, cultore della filosofia classica, convinto della sua utilità anche nella vita quotidiana, molto apprezzato e ammirato, non solo dalle studentesse. Egli era riuscito a eliminare finalmente dalla sua parlata l’accento del Sud, e si sentiva perciò prossimo alla carriera universitaria, quando invece fu costretto a tornare a Tusla, per dovere, essendogli giunta la (falsa) notizia dell’uccisione del gemello Brady (Edward Norton interpreta anche il proprio gemello).
Tutto ciò che nel film seguirà è in parte sorprendente e in parte prevedibile ed è costruito come una commedia degli equivoci, di cui è possibile cogliere l’origine nell’archetipo plautino dei Menecmi, i gemelli antichi le cui peripezie lo stesso Bill aveva evocato.
Si sviluppa di qui la seconda parte del film, ovvero l’intricata storia dei difficili rapporti di Bill con Brady, coltivatore “scientifico” di marijuana e pericolosamente in bilico fra buone intenzioni e crimine, con temibili frequentazioni di gente che delle buone intenzioni non sa che fare e che invece intende avvalersi di tutti gli strumenti del crimine.
Il richiamo al mondo classico latino e greco non si limita a Plauto: il regista sviluppa, infatti, attraverso il racconto, la concezione antica secondo cui è il fato il vero arbitro della nostra esistenza, ciò che rende inutile e velleitario ogni nostro proposito di arginare razionalmente lo scorrere incomprensibile degli eventi.
Analogamente, attraverso le immagini e lo svolgersi delle vicende, possiamo scorgere la rilettura nietzschiana del mondo classico, che, riconoscendo il contrapporsi fra la nostra aspirazione all’ordine e alla chiarezza e la presenza di un primigenio mondo caotico e oscuro radicato in tutti noi, individua in questo l’origine della ineluttabilità delle nostre contraddizioni, cioè, infine, la fatalità dei nostri comportamenti connotati dall’ambiguità e dalla doppiezza.
I due gemelli, dunque, compaiono come figure non separabili: Bill incarnerebbe infatti l’aspirazione a un ordine armonico e razionale, mentre Brady rappresenterebbe le pulsioni meno confessabili, essendo l’altra faccia di Bill, il suo doppio.
Il film nasce perciò come un ambizioso progetto di dar vita cinematografica a concetti difficili da tradurre sullo schermo e riesce a darci un prodotto non sempre perfetto, ma interessante e dignitoso, obbligandoci a riflettere e a interrogarci su problemi serissimi in modo scherzoso e leggero.
Contribuiscono alla positiva riuscita del racconto gli interpreti, che intelligentemente cercano di dare corpo a tutti i complicati personaggi di questa storia un po’ strana: da Edward Norton a Susan Sarandon, la madre, al criminale Richard Dreyfuss, principalmente.
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