Regia di Neri Parenti vedi scheda film
Ci si poteva aspettare forse qualcosa di diverso dal nuovo "Natale" di Neri Parenti ? La risposta è ovviamente no. Non c'è niente da fare, questi maledetti cinepanettoni sono tutti uguali. Sempre le solite storie, sempre le stesse facce, sempre lo stesso triste livello di volgarità e cattivo gusto. Figuriamoci che oramai anche la location non riveste più alcuna importanza se non come variante del titolo. Questo "Natale a Beverly Hills", ad esempio, è quasi interamente girato all' interno di un albergo e le uniche riprese in esterna sono quelle sulla tipica spiaggia alla Baywatch. Si può essere più poveri d'idee di così ?? Evidentemente no se la sceneggiatura è sempre la stessa da non so più quanti anni a questa parte. Evvai quindi con la solita doppia vicenda in parallelo che parla di corna, sotterfugi e famiglie allargate fra triangoli improponibili, scorribande sessuali e mantenuti vari. Irrita poi il fatto che in mezzo a cotanta pochezza, il buon Neri provi pure a buttare lì una manciata di buoni e retorici sentimenti per uno pseudo happy end che ha dello stomachevole. Questo però è ancora il meno; la vera aggravante è che questo carrozzone non solo non fa ridere ma annoia e profondamente. Tolte un paio di battutacce di De Sica ed il fondoschiena della Hunziker, rimane circa un'ora e mezza di nulla assoluto in cui si susseguono sequenze improbabili ben oltre il limite del macchiettistico ad opera di un cast pietoso ed incapace. Se De Sica è pioniere del genere e fondamentalmente rimane fedele a se stesso, chi gli sta attorno precipita in un baratro di comicità involontaria; è il caso della Ferilli e dei vari Propizio, Conticini e Quattrociocche che nonostante si trovino su di un set cinematografico, sembrano recitare per l'ennesimo spot di poltrone o telefonia mobile. Ghini, nel ruolo della spalla comica, sembra anche lui aver rinunciato alla recitazione degna di questo nome mentre la prezzemolina Michelle, per quanto bella, farebbe meglio a limitare la sua presenza alla sola televisione. Rimangono i figli d'arte Gassman-Tognazzi che, all'uso, sarebbero i meno peggio se non fossero anche loro costantemente sopra le righe e schiavi di un soggetto inqualificabile. Incredibile ma vero, c'è spazio anche per i camei di lusso : Rossano Rubicondi e Jo Champa. Ma ci rendiamo conto?
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