Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Carlo (Carlo Verdone) è un prete in crisi di vocazione che torna in Italia durante una missione in Africa per riscoprire se stesso e capire dove vuole andare. Qui trova una famiglia allo sfascio che anziché aiutarlo pretende di essere aiutata. Carlo lo fa, tra mille contraddizioni e difficoltà tipiche dell’Italia di oggi…
Un film di Carlo Verdone maturo e solido, nel quale le risate non sono certo della frequenza e dell’intensità dei tempi d’oro, quando l’umorismo era figlio di un macchiettismo che ha fatto storia (ma che ha anche fatto il suo tempo). Qui, ma non è una novità, le risate vere e proprie lasciano spazio quasi sempre a sogghigni a denti stretti, spesso amari, figli di un clamoroso riconoscimento di certe dinamiche che di finto hanno ben poco, ma che sono piuttosto aderenti alla realtà. Le nipoti Emo, il fratello cocainomane, il mondo delle discoteche, l’ondata di donne provenienti dall’Est europeo che spesso fa vacillare gli storici equilibri familiari, i problemi dell’affidamento dei figli, la precarietà del lavoro, la questione dell’integrazione: “Io, loro e Lara” ha tutto per essere considerato un film di grande importanza sociologica, in cui alla maturità dell’età Carlo Verdone (protagonista, ma anche regista e cosceneggiatore) associa anche una maturità artistica, figlia di un percorso intrapreso già da qualche tempo, e di cui questa opera rappresenta un mattone importante nel tentativo di costruzione una poetica sempre più definita e granitica nelle sue convinzioni. Una poetica che non costruisce ovvietà, ma spunti di riflessione seri e spesso da cinema sociale, dai toni drammatici, mantenendo tuttavia dei ritmi da commedia. Se vogliamo trovare un difetto, si potrebbe opinare che proprio il lato comico, ridotto al lumicino, si basa su gag e dialoghi non sempre originali e che spesso la buttano in “caciara”. Indubbiamente però un buon film, a tratti intensissimo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta