Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Dopo anni passati a regalarci film anche godibili ma in cui si trovava a recitare sempre la stessa parte, Verdone decide di fare in cambio di marcia. E lo fa davvero molto bene. Basta sfigati moderni iperstressati e con manie di carriera, alla ricerca dell'occasione che cambia la vita o del successo a tutti i costi. In questo film Verdone ci regala una bella interpretazione, un sacerdote missionario in crisi personale che spera di ritrovare sé stesso e le motivazioni per continuare nella sua missione in un ritorno a casa che si rivelerà molto più complicato del previsto. Niente macchiettismi, il nostro Carlo recita molto bene e merita un applauso, ben supportato dagli altri attori del cast. E come tutti i film di qualità non manca lo spunto di riflesione per lo spettatore: siamo talmente presi dai nostri problemi personali quotidiani e dai nostri egoismida non accorgerci più di quello che ci gira intorno. Ogni volta che il povero Padre carlo cerca di parlare della drammatica situazione che ha vissuto in Africa anziché solidarietà trova un muro di incomunicabilità. Il finale può apparire consolatorio ma non abbassa il valore del complesso.
Padre Carlo Mascolo, missionario in Africa, attraversa un momento di profonda crisi personale. Decide così di tornare a Roma, la sua città di origine dove spera di trovare la necessaria serenità per fare una riflessione sulla propria vita e le proprie scelte. Ma al suo arrivo verrà travolto dai problemi familiari: il padre si è risposato con una badante dell'Est Europa e gli altri due figli non hanno preso molto bene la faccenda. Alla fine il povero Padre Carlo è costretto a far passare in secondo piano le sue esigenze di riflessione per concentrarsi sulle vicende familiari
Di non particolare rilevanza, se sieccettua un pezzo di David Sylvian
Nulla, è un film di Verdone è giusto che mantenga quei difettucci che si possono rilevare ma fanno parte della mano del regista
Bravo Verdone che dirige con mano esperta il cast, scelto fra attori di non primissimo piano (se si eccettua Laura Chiatti) ma funzionali alla storia.
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