Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Lasciata la missione in Africa un po' per ragioni di fede e un po' per ragioni logistiche, don Carlo (Verdone) ritorna a Roma. Qui trova il fratello cocainomane (Giallini) e la sorella psicoterapeutica nevrotica (Bonaiuto) pronti a dare battaglia alla donna slava che da badante è assurta al ruolo di compagna dell'anziano padre (Fiorentini). Alla morte di questa, il padre decide di lasciare il proprio appartamento a Lara (Chiatti), la figlia della sua compagna, ragazza con una vita non proprio esemplare.
Al suo ventiduesimo film il regista romano dimostra di non aver perso l'attitudine all'analisi dei tic e delle stramberie degli italiani, confermandosi l'erede ideale di Sordi. Osservati attraverso il prisma dei loro clichè, nel loro egoismo solipsistico gli italiani di Io loro e Lara offrono più di un'occasione per ridere a denti stretti. Peccato che l'ironia scivoli nella parodia e il sarcasmo nella caricatura, con attori molto sopra le righe e una coprotagonista (Chiatti) ancora a digiuno dall'abbecedario della recitazione.
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