Regia di John Polson vedi scheda film
Thriller psicologico.Parte molto bene,ma poi delude,nello sviluppo narrativo
Eric è un diciottenne, balzato agli onori della cronaca nera, per aver ucciso i genitori,tre anni prima.Dopo il breve periodo trascorso dietro le sbarre, è pronto ad uscire ma il detective Cristofuoro, l’ombroso e determinato Russell Crowe, prossimo alla pensione ma che all’epoca aveva indagato sul caso ,collegato anche alla scomparsa di due giovani ragazze, non è convinto della sua redenzione, anzi l’incontra prima che lui esca, dicendogli chiaro e tondo che lo ritiene uno psicopatico pronto ad uccidere di nuovo e lo avvisa che lo tallonerà, in attesa del suo primo passo falso. Ospite della zia, che malgrado tutto, lo accoglie amabilmente in casa, anche se non si fida di lui, la sua vita s’incrocia con quella della sedicenne Lori, vittima di un'infelice situazione familiare, profondamente affascinata dalla figura di Eric, decisa ad incontrarlo e fuggire con lui. Paradossalmente, il suo passato criminale invece di allontanarla e spaventarla,l’attrae profondamente. I due cominciano insieme un viaggio complicato e pericoloso. Peraltro Eric ha intravisto nella mensa del penitenziario, una giovane e affascinante cameriera, che gli ha lasciato un biglietto col suo recapito telefonico ed è intenzionato ad incontrarla, ma in realtà si tratta di un’esca per una trappola ben orchestrata contro di lui, dal poliziotto segugio.
Tratto dall'omonimo romanzo di Robert Cormier. Tenderness è la omonima trasposizione cinematografica,girata dal regista australiano John Polson. Il film comincia con delle premesse interessanti, i due giovani personaggi principali sono psicologicamente intriganti, Eric allo spettatore appare molto combattuto intimamente, quasi pentito, ma poi invece nella ricostruzione caratteriale, compiuta da Cristofuoro, viene fuori come una persona sicuramente instabile, ma che prova una insana pulsione per l’omicidio ,atto che per lui ha una valenza erotica e Lori a sua volta è ammaliata da Eric, pur conoscendone le sue imprese, qualche anno prima lo aveva incontrato dopo uno dei suoi omicidi, d'altronde eros e thanatos, la cronaca e la storia l’insegna, a volte si coniugano insieme, giova ricordare un capolavoro della psicologia moderna come “anatomia della distruttività umana” del Grande Fromm che spiega in maniera suggestiva, come la morte con i suoi annessi e connessi, possa esercitare il suo sinistro fascino. Peccato che i buoni presupposti iniziali non trovino seguito nello sviluppo narrativo scontato, procedendo stancamente verso un epilogo quello si, meno scontato del previsto.
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