Regia di Leonardo Pieraccioni vedi scheda film
Io & Marilyn, e poco altro. Pieraccioni parte da un’ideuzza vintage, diciamo così, e se la fa bastare per tutto il cinepanettone. Svolgimento: lo spirito della diva, evocato da una medium da tinello, destabilizza la vita dell’ingenuo Gualtiero Marchesi («Come il cuoco»), manutentore di piscine, sposato e separato con una soubrette del circo. Il protagonista è l’unico a vedere il prodigio, con tutte le ingenuità che ne seguono: sembra un film anni 80, alla Castellano & Pipolo, ma viene nostalgia di Pozzetto e Mia moglie è una strega. Il clima caciarone è infatti abbastanza mesto, senza volgarità, ma anche senza nient’altro. Ci si affida al campionario di dialetti, e ai caratteristi: dal redivivo Giorgio Ariani a Francesco Pannofino, ma c’è pure Guccini nella parte dello psicoterapeuta. Gli sketch toccano ai sodali Massimo Ceccherini e Rocco Papaleo: uno col baschetto biondo, pasticcere gay e gaio, fidanzato con Luca Laurenti, l’altro col capello lungo e lo sguardo da picchiatello. Biagio Izzo, domatore di tigri, è “Lo stallone di Posillipo”. Battute così così: «Mio zio Bettino vedeva Mosè che gli separava l’acqua della pasta». E un tocco magico, stralunato, che resta nelle intenzioni. Ci si consolerà al botteghino, anche grazie a un trailer efficace.
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