Regia di Leonardo Pieraccioni vedi scheda film
Ma che davvero Pieraccioni si crede d'essere diventato Woody Allen? Anche se il Woody Allen D.O.C. ha, secondo me, ormai abdicato al ruolo di Woody Allen, il comico toscano non ha la statura né altre qualità per proporsi come nuovo Woody Allen. Lo sforzo di proporre qualcosa di nuovo c'è stato, ma ha usato vecchi sistemi: la storia d'amore contrastata, gli attori comici delle varie regioni proposti in parti insolite (la coppia gay Ceccherini-Laurenti, Papaleo maniaco stalker, Biagio Izzo, forse il migliore, domatore e lanciatore di coltelli). Il finale non del tutto positivo è una nota a favore di Pieraccioni, ma l'insieme non si discosta di molto dalle sciatte opere precedenti. A mio avviso, il film migliore di Pieraccioni regista resta il suo esordio (I laureati, 1995).
Nella sceneggiatura ha inserito un dialogo con la figlia, nel quale impone alla ragazza di chiamarlo babbo anziché papà. Bravo.
Viene voglia di domandargli: «ma cosa cavolo ci fai qui???» e di chiedergli di prendere il suo bel fiasco di vino e cantarci La locomotiva.
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