Regia di Leonardo Pieraccioni vedi scheda film
VOTO : 5+.
Secondo me questo è uno dei punti più bassi raggiunti dal cinema di Pieraccioni, da sempre accusato di ripetersi con storie di fondo sempre uguali, molto leggere e ripetitive.
Qui il suo personaggio è un po’ diverso (almeno rispetto alla sua icona più classica), ma la storia, scritta ancora da Giovanni Veronesi (e che è una regola scritta che deve essere per forza lui lo sceneggiatore del regista toscano?), manca anche delle coordinate più basilari, non decolla mai e finisce in maniera quasi imbarazzante, denotando tutti i limiti di un progetto fatto tanto per rispettare l’uscita natalizia che cade puntualmente ogni due anni.
Gualtiero (Leonardo Pieraccioni) è un tecnico che si occupa di piscine con un matrimonio, e figlia, alle spalle (mi sembra una sorta di novità per Pieraccioni).
Con i suoi fidati amici (interpretati da Luca Laurenti e Massimo Ceccherini), più per scherzo che per altro, parteciperà ad una seduta spiritica durante la quale evocherà lo spirito di Marilyn Monroe (Suzie Kennedy).
E Marillyn si materializza solo ai suoi occhi mettendolo nei guai con i carabinieri (uno dei quali interpretato da Francesco Pannofino), facendogli conoscere pure un’altra figura alquanto bizzarra (Rocco Papaleo).
Ma oltre ai guai Marilyn gli darà anche dei consigli per riconquistare la moglie di un tempo, però pronta per maritarsi con un domatore di tigri (Biagio Izzo).
Si intuisce velocemente come la storia offra davvero poco, nonostante il tentativo, riuscito solo in minima parte, di smarcarsi dal solito canovaccio con un finale intenzionalmente diverso (peraltro poco significativo) che dovrebbe risvegliare sensazioni meno usuali.
Peccato che le intenzioni non vadano a braccetto con il risultato; infatti si ride davvero poco, questo a causa anche del pochissimo spazio lasciato ai comprimari che così hanno meno possibilità del solito di strappare una risata (per esempio Ceccherini è sacrificato più del solito).
Dunque un film scialbo con poche idee centrali nella storia, ma anche poche gag divertenti, molto più limitate del solito (personalmente in media i film di Pieraccioni non mi dispiacciono seppur abbiano evidenti limiti) e raramente efficaci (il meglio lo offre un folle Papaleo, ma non fa sfracelli neppure lui).
Insomma era difficile far peggio, il pubblico ha voltato le spalle al botteghino (“solo” 13 milioni di euro di incasso, circa 7 in meno della media del regista toscano) e per una maturazione di Pieraccioni dovremo aspettare ancora (ma almeno qualche risata in più potevano offrircela).
VOTO : 5+.
Prova qualcosina di diverso dal solito, ma finisce anche per far peggio del solito.
VOTO : 6.
Abbastanza simpatico, ma si tratta sempre delle solite scenette.
VOTO : 5.
Pochissimo spazio per lui, comunque si poteva tranquillamente fare a meno di chiamarlo.
VOTO : 5++.
Anonimo, in un ruolo sacrificato e pure bruttino, non ha (ne si inventa) una battuta che vada oltre la decenza.
VOTO : 6.
Ahah, almeno ci prova, qualche risata la strappa.
VOTO : 5/6.
Almeno è eccentrico, ma se voleva far ridere allora il discorso cambia.
VOTO : 6.
Anche per lui si parla di una partecipazione di poco peso, però gli basta la sua vocione per farsi largo in un panorama un pò desolante.
VOTO : S.V.
Fugace apparizione in segno di amicizia.
VOTO : 5.
Non che abbia grandi colpe, purtroppo fa, quel poco, che sa fare.
In più è l'unica ad avere abbastanza spazio, oltre a Pieraccioni, e purtroppo si può dire che sia abbastanza sprecato.
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