Regia di Luciano Melchionna vedi scheda film
Inizia con una scalata al Colosseo l’opera seconda di Luciano Melchionna (dopo Gas), che per una buona metà di film fa penzolare i piedi scalzi di Gianluca (Lorenzo Balducci) dall’antico monumento capitolino. Intorno a lui, e al suo disperato gesto, ruotano parenti e amici, emigranti e conduttrici televisive. E una Roma, che vista dall’alto è una cosa, vista da laggiù è un’Italia agghiacciante. Strano registro, surreale e poetico quando a muoversi e a parlare è Gianluca, o la nonna Stefania Sandrelli: quasi felliniano. Greve e insopportabile quando a entrare in scena è chiunque fra gli altri, che siano Ambra Angiolini o Anna Falchi, Micaela Ramazzotti o Giorgio Colangeli. Gianluca è un Diverso, l’ipersensibile in mezzo a una trama di rassegnata superficialità. Soffocato dalla mala (sanità, cultura, politica, televisione, educazione, fede, e chi più ne ha più ne metta) e da personaggi ignoranti, cafoni, sessisti, sofferenti, arrabbiati e persi. Ce n’è per tutti davvero, ce n’è davvero troppo. Inutile sovraccarico di temi e di banali dichiarazioni d’intenti. Va detto, però, che dietro all’errore c’è un’urgenza che si sente. Il desiderio di intervenire su una realtà malata. Ma non ci sono freni, e alla fine neanche le brillanti soluzioni registiche aiutano Melchionna a evitare l’incidente.
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