Regia di Luciano Melchionna vedi scheda film
In sè, come era stato per l'esordio di Gas (2005), questo secondo film di Melchionna non è assolutamente da disprezzare: le soluzioni visive sono ben curate, la storia è curiosa, in certi dialoghi si ritrova una grandiosa ispirazione critica alla società contemporanea (contro l'omofobia o lo sfruttamento nel lavoro, ad esempio). Ciò che purtroppo non va è innanzitutto la recitazione: a parte la Sandrelli e pochi altri, gli attori sono tutti allo sbando e per la gran parte dei veri incapaci. Non vale certo, in questo senso, il discorso sui 'professionisti', poichè nel 2010 lo sono (ed i loro nomi occupano i posti principali 'in cartellone') gente come Ambra (maluccio) e Anna Falchi (inqualificabile) e, pur avendo recitato con Giordana e Scola, il nome del bravo Giorgio Colangeli non ha neppure un decimo dell'importanza dei due pessimi esempi appena citati. Comunque la Falchi produce il film, quindi come darle torto se si è voluta ritagliare un ruolo da co-protagonista? E inoltre c'è un certo gusto per il didascalismo, per le spiegazioni non richieste, per la soluzione facile o comoda (il rapporto fra il ragazzo e la 'nonnina'/Sandrelli non è chiarissimo, somiglia ad un misto fra la famiglia del Mulino bianco ed una rivisitazione di Grazie nonna! con la Fenech). L'idea che rimane alla fine della visione è che Melchionna farà di meglio in futuro. 5/10.
Un ragazzo sale nottetempo sul Colosseo e minaccia di buttarsi. Arrivano i pompieri, i parenti, la tv; ma nessuno riesce a capire i motivi del gesto, tranne la nonna con cui il giovane ha un rapporto molto intimo. L'anziana lo raggiunge e cerca di dissuaderlo dal gettarsi.
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