Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film
Primo film al cinema di Zalone e nascita ufficiale di uno dei miti cinematografici incontrastati delle ultime stagioni. Forse è ancora il suo film migliore, per quanto gli incassi furono senz'altro buoni, ma non paragonabili alle cifre mostruose raccolte dagli ultimi film. Il film è divertente perché il personaggio era fresco e ruspante, i suoi tormentoni linguistici e le canzoni demenziali come "Angela" e "Gli uomini sessuali" risultano esilaranti e compensano le carenze di una trama piuttosto scontata e di una regia scolastica e impacciata. Comunque rispetto a "Quo vado" le risate sono decisamente più contagiose, c'è un migliore utilizzo dei caratteristi (soprattutto Dino Abbrescia azzeccato in versione gay e Ivano Marescotti spassoso suocero leghista), il ritmo è più uniforme e la realizzazione tecnica più curata. E un messaggio anti-omofobia che si può apprezzare da parte di Checco. Non passerà alla storia, ma si guarda con un certo piacere.
Voto 6/10
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