Regia di William Lustig vedi scheda film
Nonostante sia stata confermata l’accoppiata Larry Cohen – Lustig, il secondo capitolo della serie “Maniac Cop” si rivela giustificato solo per le ragioni alimentari dei suoi autori. La sceneggiatura (Cohen) è incongruente (Cordell viene pitturato prima come un killer spietato, poi come un essere che è interessato solo a ottenere una sepoltura degna del suo passato: aspetto che contrasta con tutti gli omicidi da esso perpretrati ai danni di cittadini innocenti) e soprattutto è priva di idee, come dimostrano gli oltre 15 minuti - su 80 - di scene “rubate” al primo capitolo e l’utilizzo di espedienti (vedi l’inserimento del killer delle ballerine e la sua liberazione dal centro di polizia) che hanno il solo scopo di diluire una storia.povera di contenuti. Dialoghi sconfinanti spesso nel banale.
La regia di Lustig è decisamente meno qualitativa rispetto a quella del primo capitolo e sembra voler abbandonare la componente orrorifica (bene le scene che anticipano l’omicidio di Campbell) a vantaggio di un taglio più poliziesco (con inseguimenti automobilistici e sparatorie). Non manca però una sequenza degna di nota (mi riferisco agli omicidi al poligono) che apre la strada a un’esplicita citazione a “Terminator” (ancora più evidente rispetto a quella già utilizzata nel primo capitolo).
Bravi gli attori, ma ciò non basta a sollevare la pellicola dalla mediocrità. Si sente l’assenza di Robert Z’Dar, qui sostituito da una controfigura dal volto decomposto. Nel complesso “frettoloso”. Voto: 5
La sceneggiatura: andrebbe rimpolpata e occorrerebbe eliminare i riferimenti al serial killer delle ballerine.
Fulminea apparizione giustificata solo per legare l'episodio con il primo capitolo. Sv
Ordinaria.
Perfetto.
Sufficiente per la capacità di dipingere scenografie metrapolitane piuttosto inquientanti; tuttavia si perde per la strada con il passare dei minuti. Voto: 6
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